Sono complessivamente 9.671 i lavoratori di Margherita Distribuzione (ex Auchan) per i quali e’ aperto il confronto in sede sindacale tra la direzione societaria e le federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Mentre per 8.873 lavoratori di 113 negozi della rete vendita si prospetta il ricorso alla Cigs nella misura media massima di circa il 60% dell’organico impiegato, spiega una nota della Fisascat, prosegue la fase amministrativa sulla procedura di licenziamento collettivo avviata da Margherita Distribuzione Spa per il personale delle strutture operative ed organizzative della sede centrale di Rozzano e delle sedi periferiche di Ancona, Roncadelle, Vicenza, Offagna, Roma e Catania.
Margherita Distribuzione, prosegue il comunicato, ha proposto ai sindacati di sviluppare un confronto su un pacchetto articolato di interventi utili a gestire l’esubero, nel frattempo ridotto a 798 unita’, dislocato presso le direzioni franchising logistica presidio regioni, amministrazione del personale, ufficio efficacia, finanza e patrimonio, innovazione marketing, performance, staff presidenza, prodotti, risorse umane e progetti speciali. La proposta societaria contempla un piano di riqualificazione e ricollocazione, un piano di mobilità su base volontaria ed incentivata (da 17mila a 37 mila euro), oltre a strumenti di sostegno al reddito e all’occupazione, un piano di pensionamento e prepensionamento, percorsi di outplacement, percorsi correlati all’attivazione di politiche attive per il lavoro e percorsi di imprenditorialità individuale.
La Fisascat Cisl, presente al tavolo con il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice, “ritiene di fondamentale importanza finalizzare la trattativa gia’ in occasione del prossimo incontro – calendarizzato per il 22 febbraio a Bologna – su quelle parti del percorso che sono rimaste in ombra. Nel corso del confronto – ha dichiarato Dell’Orefice – l’attenzione di chi rappresenta l’azienda si è focalizzata sulla sola incentivazione all’esodo e sul ricorso alla Cigs e poco o nulla è stato riferito alle organizzazioni sindacali in relazione agli altri strumenti contemplati dal piano di gestione esuberi”. Per il sindacalista “sarà fondamentale dare corpo ai generici impegni e alle non meglio specificate disponibilità da parte dell’azienda a dare vita ad un serio percorso finalizzato alla ricollocazione del personale”.
Per Dell’Orefice, “è indubbio che il successo dell’intera acquisizione del gruppo Auchan oltre che del piano di gestione degli esuberi dipenda da un coerente insieme di soluzioni che consenta di salvaguardare il lavoro per coloro i quali non dovessero accedere all’incentivo all’esodo”. Per il sindacalista “l’offerta economica formulata dall’azienda, per essere effettivamente un congruo strumento gestionale, dovrà essere debitamente ripresa ed incrementata. Infatti – ha aggiunto – se si vuole effettivamente offrire in particolar modo ai lavoratori che difficilmente potrebbero essere ricollocati in Conad o in terzi soggetti interessati ad acquisire parte della rete vendita, occorrera’ rendere l’incentivo economico effettivamente allettante per chi dovra’ cambiare radicalmente i propri progetti professionali e di vita”.
Per la Fisascat Cisl, ha osservato ancora Dell’Orefice, ci sono tutte le condizioni affinche’ un serio e serrato confronto sul merito dia le risposte che i lavoratori si aspettano. Per la categoria cislina resta da chiarire un elemento non secondario rispetto al potenziale esito della vertenza: il tempo. Infatti se un serio piano di gestione degli esuberi puo’ dispiegarsi in un arco temporale ragionevole e’ fuor di dubbio che occorrera’ comprendere come le parti impegnate in questa complessa trattativa riusciranno ad individuare degli elementi di continuita’ successivi al 31 gennaio 2020 per disporre di strumenti utili a ricollocare i dipendenti di Margherita Distribuzione”.
Dell’Orefice si e’ poi espresso sulla richiesta formalizzata da Margherita Distribuzione sull’avvio del confronto in sede ministeriale sull’accesso alla Cigs. “In attesa della convocazione presso il Mise – ha dichiarato – valgono le stesse valutazioni che riguardano il personale di sede: ogni piano di gestione degli esuberi, se prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali conservativi, e’ un piano destinato a fallire in quanto nella ratio della norma di riferimento la gestione dell’esubero dovrebbe avere quale primario ed imprescindibile scopo la ricollocazione e in maniera accessoria la risoluzione incentivata del rapporto. Per la Fisascat Cisl pertanto – ha evidenziato il sindacalista – occorrera’ stabilire criteri omogenei per stabilire condizioni trasparenti finalizzati alla ricollocazione soprattutto presso la rete Conad del personale della rete commerciale che, prevalentemente a seguito della riduzione di superfice degli ipermercati e dei superstore dovessero essere considerati in esubero”. La presenza capillare di Conad per il tramite dei suoi consorziati e delle cooperative di sistema – ha concluso – dovrebbe essere il valore aggiunto capace di ricomporre in un quadro di continuita’ la filiera delle professionalita’ espresse dai lavoratori ex Auchan e Sma. Non ci rassegniamo a credere che non sia un obiettivo alla portata del primo operatore della grande distribuzione organizzata in Italia garantire la continuita’ occupazionale a chi rischia il posto di lavoro”.