Paternò, sul randagismo le accuse di Upa e Amici di Balto: “Amministrazione parla con chi chiude un occhio”

Dal segretario dell’associazione animalista ‘Gli amici di Balto’ Emanuele Paternò riceviamo una lunga lettera che fa il punto sulla situazione randagismo nel territorio di Paternò. Nella lettera si lamenta la scarsa attenzione ricevuta dall’Upa e Amici di Balto alle ultime riunioni con l’amministrazione comunale.

Qui di seguito il testo integrale della nota:

Cerchiamo di chiarire una situazione che è stata presentata dalle istituzioni, e da chi sta avvallando il modus operandi inadempiente di quest’ultima, in maniera non corretta, mentendo spudoratamente e negando l’evidenza. Da anni ci occupiamo, in qualità di associazione senza scopo di lucro, della problematica randagismo. Non abbiamo chiesto ne chiederemo un solo euro per il nostro lavoro che è e rimarrà sempre gratuito. Gestiamo degli animali a cui, grazie al nostro lavoro quotidiano, è stato evitato di entrare in canile. Ciò si trasforma in un importante sgravio economico per l’ente comunale il quale da anni risparmia decine e decine di migliaia di euro annui: il costo di un randagio che staziona in canile è di 1500 euro l’anno. L’amministrazione è obbligata a fornire ai volontari, come la legge 15 del 2000 prevede e come stabiliva il vecchio protocollo di intesa, i beni di prima necessità come crocchette, antiparassitari e medicine.

Da sempre l’ente comunale, sia durante la vecchia amministrazione, sia durante quella attuale, si è dimostrato disinteressato alla problematica e per nulla disponibile a coprire le spese vive, per cui i volontari, oltre a fornire come premesso il loro operato gratuito, si sono visti costretti a sborsare quanto necessario per la sopravvivenza dei cani di tasca propria, sostituendosi economicamente ai doveri del comune. Da anni denunciamo questo comportamento, chiedendo diversi tavoli tecnici e cercando una soluzione che vede i diritti degli animali rispettati e le tasche dei volontari tutelate, senza risultati concreti, solo promesse poi svanite puntualmente. Da diversi mesi i rapporti tra le 3 associazioni attive sul territorio (UPA, Cuori Randagi e Gli amici di Balto) si sono incrinati ed è stato impossibile conciliare le vedute di un’amministrazione che è e vuole rimanere inadempiente (mentre dimostra di sperperare somme del fondo straordinario per le emergenze per elargire compensi ad amici) con quelle di chi si batte per la tutela dei randagi.

Siamo venuti a conoscenza di diversi incontri , precedenti alla data in cui si è svolto il consiglio straordinario di giorno 5 febbraio 2020 sul randagismo, tra l’amministrazione e l’associazione Cuori Randagi, a cui sono seguiti ulteriori incontri. A nessuno di questi tavoli sono state invitate le associazioni UPA e Gli Amici Di Balto, poiché per l’amministrazione era chiara la posizione dura di queste ultime circa la volontà di obbligare il comune ad osservare i propri doveri. E’ stato scelto di interloquire solo con chi è disposto a chiudere gli occhi davanti alle inadempienze del nostro Comune, nel più totale sprezzo dei diritti dei nostri animali, e in secondo luogo nella totale mancanza di rispetto verso chi per anni si è battuto per cercare di tutelarli. Le associazioni avevano previsto una spesa totale di 25000 euro che il comune avrebbe dovuto usare per l’acquisto di crocchette, antiparassitari e medicine. Tuttavia il comune ha dato di disponibilità, ad oggi, di qualche migliaio di euro. Il resto? A spese di noi privati volontari. Per quanto concerne il rifugio situato presso l’ex macello specifichiamo che li stazionano non solo i cani dell’associazione Cuori Randagi , ma anche quelli di cui si occupa l’UPA. Che fine faranno i cani a cui pensiamo tutt’oggi e che il comune continua ad ignorare? Ieri noi siamo stati sul posto per espletare gratis il nostro lavoro di volontariato, oggi anche, domani anche, tutto ciò che sta accadendo è vergognoso.
(Le Associazioni animaliste Uniti Per gli Animali – UPA Gli Amici di Balto)

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