Son tornati subito sul ‘luogo del delitto’ – in Piazza San Nicolò ad Adrano – per riparare le basole schizzate fuori pochi giorni dopo la posa e la pavimentazione anomala. Per i titolari dell’impresa che si è aggiudicata i lavori di rifacimento della strada (186 mila euro, con un ribasso del 41%) quelli appena trascorsi non sono stati certi giorni di popolarità. Tra le lamentele dei cittadini adraniti e le contestazioni del Comune di Adrano, sono stati giorni convulsi. E’ apprezzabile, però, che gli operai si siano subito – già da ieri – messi al lavoro per riparare alcune parti danneggiate dei 2 mila metri di pavimentazione di tutta la piazza.
L’impresa non ci sta, però, a caricarsi sul groppone le critiche per intero.
“I lavori sono stati eseguiti d’inverno – spiega Salvatore Capizzi, amministratore dell’impresa – può succedere che con la pioggia il cemento sia stato lavato in alcuni punti. Su un’area così ampia sono saltate una cinquantina di basole, le altre sono rimaste intatte. E’ importante sottolineare, inoltre, che le basole devono avere 30 giorni di ‘stagionatura’ prima che venga consentito il traffico veicolare. Non sono io ad affermarlo, lo dicono tutti i manuali di tecniche di posa”.
In soldoni: tutte le basole della nuova pavimentazione dovevano ‘riposare’ almeno per un mese senza essere ‘calpestate’ dalle auto. La strada, invece, è stata subito riaperta al pubblico e – quel che è peggio – al traffico veicolare.
“Adesso – chiarisce ancora Salvatore Capizzi – stiamo rimuovendo il cemento precedente, mettendo quello nuovo. Stiamo svuotando del tutto l’interno della basola saltata e lo stiamo di nuovo ripristinando. Non stiamo lasciando il sottofondo precedente ma lo stiamo mettendo ex novo”.
Completato – per la secondo volta, è il caso di dire – il lavoro, l’impresa consiglierà alla stazione appaltante che è il Comune di Adrano di lasciare chiuse al traffico automobilistico le strade di accesso alla piazza.
Perché sia fatta chiarezza sulla vicenda, l’amministratore dell’impresa tiene a precisare che a tutt’oggi l’opera è stata finanziata a proprie spese: “Il Comune non ha ancora pagato un euro all’impresa, a fronte di un capitolato d’appalto che prevede un minimo di SAL (stato avanzamento lavori ndr.) a 60 mila euro. I criteri di pagamento non sono stati sinora rispettati. E non mi si dica che cinquanta basole saltate giustificano il mancato pagamento di 180 mila euro.
Se l’impresa decide di chiedere gli interessi sul ritardato pagamento, la cosa si ripercuote sulle casse del Comune”.