Adrano, scarcerati dal ‘Riesame’ i 3 arrestati il 18 gennaio: “Escluso il 416 bis. Non fu tentata estorsione”

Non fu tentata estorsione ma “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”: con la riqualificazione del reato riconosciuto dal tribunale del Riesame, quinta sezione penale, tornano in libertà gli adraniti Carmelo Scafidi, 51 anni, Salvatore Scafidi, 45, e Giuseppe Calcagno, 44, arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Paternò il 18 gennaio scorso. I tre erano accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso commesso in danno di due imprenditori di Biancavilla.

I giudici del Tribunale del Riesame hanno annullato l’ordinanza cautelare escludendo l’aggravante del 416 bis e riqualificando il reato nell’art. 393 del codice di procedura penale che punisce “… chiunque, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo usando violenza o minaccia alle persone”.
Per Salvatore Scafidi e Giuseppe Calcagno è stata esclusa anche l’ipotesi aggravante di lesioni personali.

Dalle indagini è emersa l’assoluta indifferenza degli indagati rispetto al possibile intervento delle forze dell’ordine. Rivolto ad una delle persone minacciate uno dei tre aveva pronunciato la seguente frase: «Se te ne vai dai Carabinieri, li porti qua, e li lego insieme a te nel paraurti della macchina e ci facciamo un giro per la strada!»

“Esprimiamo soddisfazione per avere il Tribunale della Libertà tolto l’aggravante del 416 bis e accolto tutti i motivi di gravame in punto di diritto e di fatto” commenta l’avvocato Francesco Messina, difensore dei tre imputati (Carmelo Scafidi è difeso anche dall’avv. Pietro Scarvaglieri).

“La riqualificazione – sottolinea il legale – porta il processo sul binario di un reato diverso dalla tentata estorsione per il quale non è prevista l’apposizione di un vincolo cautelare. Aspettiamo per il resto la lettura delle motivazioni”.

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