Paternò, suicidio assistito insegnante: il 18 Gup decide se rinviare a giudizio il presidente di Exit Italia

Sarà il Gup Marina Rizza, il prossimo 18 febbraio, a decidere se – accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Fonzo e del pm Brugaletta – rinviare a giudizio Emilio Coveri, il presidente di Exit Italia, associazione che promuove il diritto all’eutanasia. Coveri è indagato per il suicidio assistito dell’insegnante di Paternò Alessandra Giordano 47 anni, deceduta lo scorso 27 marzo nella clinica “Dignitas” di Forch, nei pressi di Zurigo, in Svizzera. Le indagini della procura etnea sono partite nel momento in cui i familiari della donna hanno presentato una regolare denuncia presso i carabinieri di Paternò. Subito dopo l’esposto i congiunti dell’insegnante sono volati in Svizzera nel tentativo di impedire alla 47enne di compiere l’estremo gesto, ma è stato inutile.

Seconda la Procura Coveri avrebbe intrattenuto con l’insegnate paternese rapporti e conversazioni telefoniche, via sms e posta elettronica a far data dall’anno 2017 e ininterrottamente sino al 2019; avrebbe indotto la donna – sofferente per forme depressive e sindrome di Eagle – a iscriversi nel febbraio del 2018 alla associazione Exit di cui Coveri risulta essere presidente. La donna avrebbe pagato all’associazione svizzera che ha praticato l’eutanasia 7.000 franchi, circa 6.200 euro, per assisterla nel suicidio.

I familiari della defunta sono pronti a costituirsi parti civile nell’ipotesi di un rinvio a giudizio del presidente di Exit Italia.

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