I finanzieri del Comando Provinciale di Catania, su delega della Procura di Catania e con il supporto e la collaborazione della D.C.S.A. (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) e dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), hanno dato esecuzione, in data 23 gennaio u.s., a 2 provvedimenti di fermo emessi da questa D.D.A. nonché in data 4 febbraio 2020 ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (con contestuale applicazione di un mandato di arresto europeo, M.A.E.) emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 5 ulteriori soggetti; complessivamente 7 sono i destinatari di misure restrittive, 5 dei quali sono componenti un’associazione internazionale finalizzata all’importazione e al traffico di ingenti quantitativi di stupefacente del tipo cocaina operante tra Italia, Spagna, Messico e Colombia. In data 4 febbraio, a Barcellona in Spagna, sono stati rintracciati e condotti in carcere 2 dei 5 soggetti destinatari del M.A.E. Nascosti come se fossero libri, i 406 chili di cocaina pura all’80 per cento sequestrati nel corso dell’indagine: hanno un valore di mercato di venti milioni di euro. Lo stupefacente, una volta immesso nel mercato sarebbe stato tagliato, e la quantità sarebbe aumentata di tre volte, fruttando nella vendita a dosi una cifra che supera i 50 milioni di euro.
Allo stato, non risultano rintracciati nel territorio comunitario 2 soggetti di nazionalità messicana e uno di nazionalità guatemalteca destinatari del citato M.A.E. per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Contestualmente, sono stati sottoposti a sequestro circa 386 kg. di cocaina (confezionata in 342 panetti e 6 buste) oggetto di una consegna controllata da Bogotá (Colombia) fino a Catania previa richiesta di rogatoria di questa Procura Distrettuale alla Repubblica della Colombia per finalità di acquisizione probatoria ai sensi della Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale del 2000. Da quanto riferito dalle Autorità colombiane, non si sono registrate in passato esperienze operative analoghe.
L’ingente quantitativo di cocaina purissima, prodotto in Colombia nella regione del Cauca, è stato importato in Italia, per la rivendita sul territorio europeo, dai soggetti ristretti, figure quest’ultime espressione diretta del potentissimo cartello messicano di Sinaloa.
Le 2 persone destinatarie del provvedimento di fermo d’indiziato di delitto eseguito ad Affi (VR) nei pressi del Lago di Garda, misura poi convalidata dal G.I.P. di Verona, sono:
– Daniel Esteban ORTEGA UBEDA, detto “TITO”, cl. 1985;
– Felix Ruben VILLAGRAN LOPEZ, detto “FELIX”, cl. 1972,
entrambi di nazionalità guatemalteca.
“TITO” e “FELIX” sono diretta emanazione del succitato cartello messicano e sono stati chiamati ad eseguire sul nostro territorio gli ordini impartiti da una figura di vertice dell’organizzazione criminale estera rappresentata dal messicano RIVERA ZAZUETA Jose Angel (cl.1987) noto con l’appellativo di “EL FLACO”. Anche “EL FLACO” è tra i destinatari del Mandato d’Arresto Europeo ma del messicano, allo stato, non vi sono tracce nel territorio comunitario e nazionale dove gli investigatori hanno raccolto elementi di prova che documentano l’organizzazione e la presenza a più incontri finalizzati a definire l’importazione di rilevantissime partite di cocaina definendo, nei dettagli, le modalità d’ingresso e di smistamento dello stupefacente.
L’operazione del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria (G.I.C.O. – G.O.A.) di Catania è stata caratterizzata, tra l’altro, dall’esecuzione di operazioni speciali (quali consegne controllate e differimento di sequestri e arresti), intercettazioni telefoniche e ambientali (audio e video) che hanno delineato una diffusa operatività dei soggetti ristretti nel territorio nazionale e segnatamente tra Catania, Roma, Milano, Genova e Verona.
Con il prezioso sostegno della D.C.S.A., i Finanzieri del G.I.C.O. di Catania hanno mantenuto con la Polizia Nazionale colombiana (Direcciòn de Antinarcòticos) un costante collegamento investigativo che ha consentito di ricostruire un’intera catena di fornitura della cocaina, un’attività quest’ultima gestita dal succitato cartello messicano dalla zona di produzione della Colombia fino a Catania, meta prescelta quale punto di arrivo e smistamento.
In Bogotá, i narcos messicani, avvalendosi, tra gli altri, dei 2 soggetti di nazionalità guatemalteca (sottoposti a fermo nel veronese) e di un ulteriore intermediario, Luis Fernando MORALES HERNANDEZ (cl.1987), anch’egli nativo nel Guatemala, non rintracciato in Europa, detto “El Suegro” per il suo legame parentale con “FELIX”, concentravano, in tre distinte fasi, il carico di cocaina (386 kg. circa) che doveva essere convogliato a Catania nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, l’Autorità Giudiziaria colombiana (la Fiscalìa Especializada contra el narcotrafico) in diretto contatto con quest’Ufficio, disponeva una “consegna controllata” dello stupefacente che, con un volo merci, giungeva a Catania in data 11 gennaio u.s.
Con l’arrivo dell’ingente quantitativo di cocaina, sbarcavano a Catania anche i narcos “TITO” e “FELIX”, i quali, nella città etnea, in costante collegamento con il loro capo messicano (“EL FLACO”), organizzavano l’avvio di consegne prova dello stupefacente. Una prima partita di cocaina (3 kg. circa) veniva spedita dai 2 soggetti fermati (“TITO” e “FELIX”) fino a Verona dove la stessa sarebbe stata proposta ad acquirenti italiani.
Con la partenza del carico “prova”, autorizzata da un decreto di ritardato sequestro di quest’Ufficio, i finanzieri del G.I.C.O. di Catania acquisivano ulteriori elementi indiziari sulla “paternità” dell’ingente partita di cocaina che sarebbe stata immessa, da lì a poco, in innumerevoli piazze di spaccio italiane ed europee.
Nel dettaglio, sopraggiungevano nella provincia di Verona un emissario del “FLACO” proveniente direttamente dal Messico – Salvador ASCENCIO CHAVEZ (cl. 1967) detto “CHAVA”, nazionalità messicana, anch’egli destinatario del M.A.E. per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, non localizzato nel territorio comunitario – unitamente a 2 soggetti rappresentanti organizzazioni criminali acquirenti:
– Mauro DA FIUME (cl.1964), nativo di Sanremo (IM), emigrato in Spagna nella fascia costiera di Barcellona (a Carnet De Mar) già noto alle forze di polizia per diversi precedenti in materia di stupefacenti, in alcuni dei quali risultava in affari con esponenti di ‘ndrine calabresi insediatesi nel Nord Italia;
– Sergio GARCIA RIERA (cl.1978), nazionalità spagnola, originario di Barcellona (SPA).
CHAVEZ, DA FIUME e GARCIA RIERA, destinatari del provino di cocaina proveniente da Catania, incontravano ad Affi (VR) “TITO” e “FELIX” ai quali consegnavano 35.000 euro in contanti quale parziale corrispettivo dello stupefacente. Il denaro contante, rinvenuto dai Finanzieri nell’esecuzione dei fermi operati in data 23 gennaio u.s., veniva sottoposto a sequestro. Il perfezionamento della transazione, che preludeva all’invio di un quantitativo ben più consistente di cocaina, era favorito dal diretto intervento del “FLACO” il quale incaricava il suo fiduciario “CHAVEZ” a stringere gli accordi finali con le parti acquirenti.
In data 4 febbraio, in Spagna, a Barcellona, venivano rintracciati dalla Policìa Nacional Spagnola e condotti in carcere l’italiano DA FIUME e GARCIA RIERA.
Oltre ai 386 kg. di cocaina, oggetto di consegna “controllata” e sequestrati all’arrivo nel territorio italiano, il sodalizio messicano risultava aver organizzato e definito un’ulteriore spedizione di prova giunta nel porto di Vado Ligure (SV) l’11 novembre del 2019. In particolare, a bordo di un container carico di frutta imbarcato su una motonave partita dal porto colombiano di Turbo, i Finanzieri rinvenivano 18 panetti di cocaina. Lo stupefacente, dal complessivo peso di oltre 20 kg. risultava ben occultato in un vano elettrico del citato container.