E’ stato fermato dai carabinieri di Catania un 38enne originario di Adrano, residente in un paesino della provincia di Salerno, accusato di rapina aggravata e violenza sessuale nei confronti di due ragazze romene di 23 anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’uomo avrebbe contattato le due ragazze tramite un sito di appuntamenti e le avrebbe raggiunte in un appartamento di via Pietro Garofalo a Catania qualificandosi come maresciallo dei carabinieri in servizio in abiti civili. L’uomo, approfittando dello status, e dicendo alle ragazze che in strada c’erano dei colleghi pronti, a un suo cenno, a fare irruzione nell’abitazione, le perquisiva palpeggiandole nelle parti intime alla ricerca di droga, minacciandole di doverle arrestare (simulava di avere con se delle manette) se non avessero consegnato tutto il denaro in loro possesso.
Il criminale avrebbe legato una delle due donne, che nel frattempo era stata costretta a dargli 490 euro, con dei lacci di scarpe per poi spostarsi con l’altra nell’appartamento posto al piano inferiore e farsi consegnare altro denaro quantificabile in 150 euro. Prima di fuggire, l’uomo avrebbe intimato alle ragazze di non utilizzare il cellulare per chiedere aiuto poiché, a suo dire, era sotto controllo e di cancellare l’annuncio sul sito di incontri tramite il quale lui le aveva potute contattare.
Le donne rivolgendosi immediatamente ai carabinieri della compagnia di Piazza Dante, oltre a fornire una dettagliata descrizione del rapinatore (evidenziavano in particolare un orecchino indossato sul lobo dell’orecchio sinistro), hanno mostrato il numero di telefono utilizzato dall’uomo per contattarle, numerazione utile ai militari per identificare l’uomo.
I carabinieri hanno riconosciuto e bloccato il sospetto nel corso delle celebrazioni in onore di S. Agata all’angolo tra la via Etnea e la via Antonino Di Sangiuliano, mentre questi alla vista dei militari cercava di dileguarsi tra la folla. Approfondimenti info-investigativi hanno consentito di rintracciare una terza vittima dell’uomo, una donna colombiana di anni 51, che il 31 gennaio scorso all’interno di un appartamento di via Ventimiglia, era stata costretta a subire i medesimi atti sessuali (pure in quella circostanza la donna era stata legata con dei lacci da scarpe), nonché costretta a consegnare al finto tutore dell’ordine, stavolta si era qualificato come poliziotto, 300 euro in contanti.
L’uomo, riconosciuto in foto da quest’ultima è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza, dove il Gip del Tribunale Etneo, dopo averne convalidato il fermo, ne ha disposto gli arresti domiciliari presso una comunità fuori dalla provincia etnea.