Nella seduta consiliare prevista per questa sera ad Adrano potrebbe avvenire il ‘miracolo’ della moltiplicazione delle commissioni consiliari e con essa anche quello dei gettoni di presenza. Su proposta della 1^ Commissione consiliare permanente si dovranno votare, infatti, alcuni emendamenti che modificano sostanzialmente l’attuale assetto delle commissioni. Tanto per cominciare ci si propone di aumentare da 7 a 11 il numero dei componenti effettivi. Per la 1^, 2^ e 6^ commissione – inoltre – si chiede di portare a 12 il numero dei componenti. Dovrebbero allargarsi anche le maglie del numero minimo di commissioni – da 2 a 3 – delle quali ciascun consigliere può far parte.
Il capolavoro che i consiglieri hanno tirato fuori dal cilindro è – tenetevi forte – la trovata del consigliere supplente. Questo l’emendamento che si chiede di approvare: “Ogni consigliere comunale, componente delle commissioni consiliari permanenti può, in caso di assenza, delegare un altro componente del proprio gruppo consiliare che lo sostituirà in tutte le sue funzioni durante il corso della sola seduta per cui si è ricevuta delega”. Con questa furba tecnica del “Mi manda Picone”, i consiglieri pensano di fare bottino pieno ogni volta che si tiene una riunione di commissione perché se Tizio non può andare chiederà a Caio di sostituirlo per poi restituirgli il favore.
Se le modifiche verranno approvate c’è chi paventa una significativa lievitazione dei costi mensili relativi al pagamento di ogni consigliere che – lo ricordiamo – percepisce 33,50 euro di gettone per ogni commissione. A dare un’occhiata alle spese sin qui sostenute vediamo che a settembre 2019 sono stati pagati a tutti i consiglieri complessivamente 9 mila e 500 euro, a ottobre poco più di 11 mila euro, a novembre 10 mila e 500, a dicembre 9 mila e trecento. Gli importi per ciascun singolo consigliere variano da un minimo di 100 euro (per i meno presenzialisti) ai 900 euro per gli stakanovisti.
Agli emendamenti “pro-gettone” si oppone il presidente del Consiglio comunale Aldo Di Primo che ha presentato delle modifiche – anch’esse da votare – sulla base delle quali “…ai componenti delle commissioni sarà corrisposto il gettone di presenza solamente se nel corso della seduta sia stato approvato almeno un punto all’ordine del giorno, con esclusione dell’approvazione dei verbali precedenti e di votazioni tra le varie ed eventuali”.
La disciplina rigorosa che il presidente del Consiglio comunale vuole imporre non è per nulla gradita dalla gran parte dei consiglieri comunali. E questa, a quanto pare, è una delle ragioni principali per cui l’arch. Aldo Di Primo rischia la poltrona di presidente.