Una vita trascorsa in tipografia, prima con le adorabili imperfezioni della linotype e poi con il freeddo ma preciso computer. Il biancavillese Placido Dell’Erba, maestro artigiano scomparso ieri, era una cosa sola con il suo lavoro. Meticoloso come pochi e sempre disponibile. Per la moltitudine di professionisti che vive di corsa, Placido Dell’Erba era una sorta di ‘Mr. Wolf’: risolveva problemi e tirava fuori sempre dei lavori di grande qualità.
Il figlio Antonio, cui tocca raccogliere il testimone anche sul piano professionale, sui social offre del genitore un meraviglioso ricordo romantico: “Hai passato tutta la vita tra l’odore pungente del piombo fuso che si mescolava a quello d’inchiostro, per dar vita a profumate pagine di carta stampata. Mi hai trasmesso tutto l’amore e la passione che mettevi nel tuo lavoro facendolo diventare anche il mio, mi hai insegnato tutto quello che avevi imparato in più di 50 anni di mestiere”.
Per quei pochi che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, serve ricbiamare il ricordo fatto ieri dal giornalista palermitano Gaetano Perricone, già capoufficio stampa al Parco dell’Etna: “Professionista di grande capacità ed esperienza, formidabile lavoratore, il Maestro Placido – lo chiamavo così, con rispetto e affetto, come facevo con i vecchi maestri tipografi al giornale L’Ora – era anche e soprattutto uno squisito galantuomo, di esemplare cortesia, umanità, amabilità e intelligente ironia”.