Ieri, nella puntata di “Amore criminale”, il programma condotto da Veronica Pivetti, in onda su Rai3 alle 21.10, è stata raccontata la storia di Valentina.
Narrazione e docu-fiction si sono alternati per analizzare meglio la vicenda che in tanti volevano archiviare come suicidio.
Valentina è una ragazza biancavillese di 19 anni che lavora in un pub. Durante una festa tra amici, Valentina conosce Nicola, un adranita di 30 anni, sposato e padre di tre figli.
La storia tra Valentina e Nicola va avanti per alcuni mesi, fino a quando la moglie dell’uomo scopre tutto e chiede alla ragazza di interrompere la relazione. Nino è spaventato da quella situazione, sente che ormai il rapporto con Valentina gli crea problemi e decide di lasciarla. Dopo alcuni giorni Valentina e Nicola si incontrano a una festa. Per lei quella è l’occasione giusta per tentare una riconciliazione.
Quando tutti sono andati via, Valentina lo affronta e gli dice di essere incinta. E’ a quel punto che Nicola l’aggredisce e le stringe attorno al collo un cappio, con l’intento di simularne il suicidio. Dopo circa dieci anni dalla morte di Valentina, si scopre che non si è trattato di un suicidio ma di un omicidio. A uccidere Valentina, secondo la sentenza di condanna, è stato Nicola, condannato in primo grado all’ergastolo.
Nella ricostruzione filmata di Rai 3 a impersonare la giovane Valentina è stata la giovane Giulia Granata, una ventenne di Santa Maria Licodia. Davvero apprezzabile la sua interpretazione. Accanto a lei, a recitare la parte di una delle amiche del cuore, l’altra licodiese Aurora Mannino.
Dopo il ritrovamento del cadavere della ragazza, con attorno al collo una corda perché non ci fossero dubbi sul suicidio, la risalita dall’inferno per i familiari del giovane parte da piccoli indizi che si riveleranno via via decisivi. Decisiva la scelta dei familiari di Valentina di affidarsi a un legale, l’avv. Dario Pastore, per ricomporre il mosaico di un femminicidio ed escludere del tutto l’ipotesi suicidiaria.
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