Parlava di mafia e affari quando a Catania certe verità venivano soltanto sussurrate o negate. E combatteva la criminalità organizzata con la forza della verità e delle inchieste. E’ l’insegnamento forte e attuale di Pippo Fava, giornalista ucciso il 5 gennaio del 1984 davanti alla sede del Teatro Stabile di Catania mentre stava andando a prendere la nipotina a una recita. Ad assassinarlo Cosa nostra infastidita dalle sue inchieste su mafia, politica e imprenditoria. Per il suo omicidio sono stati condannati all’ergastolo, con sentenza passata in giudicato, in qualità di mandanti il capomafia Benedetto Santapaola e suo nipote ed alter ego, Aldo Ercolano. Oggi a Catania si ricorda il 36esimo anniversario della sua uccisione. Alle 10 con una manifestazione al Teatro Machiavelli, in piazza Università. L’iniziativa è promossa da I Siciliani giovani e dalla rete antirazzista catanese.
Alle 17 un corteo da piazza Roma per raggiungere via Giuseppe Fava dove, nel luogo dell’agguato, a poche decine di metri dal Teatro Stabile, è stata posta una lapide che ricorda il giornalista e scrittore.
Alle 19.30 la chiusura della giornata a lui dedicata con la consegna, nel Piccolo Teatro di via Ciccaglione 29, dei premi della Fondazione Giuseppe Fava.