Catania, apriva le auto con ‘passpartù’ elettronico e rubava gli oggetti di valore: 55enne in manette

I Carabinieri della Stazione di San Gregorio hanno arrestato il 55enne catanese Silvestro Torre, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania in ordine al reato di furto aggravato.

Due le vittime accertate dai carabinieri: una donna di San Gregorio di Catania e un uomo di San Giovanni La Punta.

Il ladro, dotato di un apparecchio elettronico che disturba le frequenze dei telecomandi regolanti le chiusure centralizzate della autovetture, comunemente definito “jammer”, ha aspettato le vittime designate, derubate gli scorsi 5 e 17 ottobre mentre parcheggiavano le loro autovetture in via Nizzeti a Tremestieri Etneo (medesima strada per entrambe le vittime), per poi razziarne il contenuto appena queste si allontanavano dalle stesse (denaro, computer portatili, cellulari e documenti).

Grazie alle denunce dei derubati, presentate ai carabinieri di San Gregorio, gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito scrupolosamente le fasi dei due furti, avvalendosi anche dei filmati registrati dai sistemi di video sorveglianza attivi nelle zona d’interesse, che evidenziavano la presenza nei giorni in esame di un uomo calvo che scendeva da una Ford Focus SW di colore blu per recarsi verso le autovetture prese di mira e ne “prelevava” gli oggetti ritenuti di valore.

Le immagini dei due episodi, poste a confronto, oltre all’acquisizione della targa parziale dell’autovettura utilizzata dal ladro, evidenziavano come lo stesso in entrambi i casi indossasse lo stesso marsupio e le stesse calzature.

Approfondendo l’attività info-investigativa i militari giungevano all’identità del reo il quale, previa perquisizione domiciliare, veniva trovato in possesso proprio di quel marsupio, di quelle scarpe, nonché di una maglietta indossata nel furto del 5 ottobre.

Estendendo la perquisizione anche alla Ford Focus utilizzata dal malvivente, i carabinieri rinvenivano e sequestravano anche un dispositivo jammer, presumibilmente lo stesso utilizzato per compiere i due furti.

Quadro probatorio che non ha lasciato alcun dubbio al giudice che, su proposta del magistrato titolare dell’indagine, ha emesso la misura restrittiva degli arresti domiciliari.

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