Nove misure restrittive, controllo di appalti per 4 milioni di euro e individuazione di profitti criminali per 500 mila euro.
E’ il risultato dell’operazione della Guardia di Finanza che rappresenta il terzo atto dell’inchiesta ‘Buche d’Oro’ sulla corruzione legata al rifacimento delle sgtrade da parte della società Anas. Nel caso specifico, oltre a far luce su nuovi fatti corruttivi che riguardano soggetti già raggiunti da precedenti misure cautelari (per l’A.N.A.S. trattasi di R. C. CONTINO, G. PANZICA e G. ROMANO già ai domiciliari, destinatari odierni di analoga misura; per le imprese corruttrici, vi è Pietro Matteo IACUZZO, rappresentante legale della “ISAP SRL” di Termini Imerese, già ai domiciliari e, da oggi, ristretto in carcere), si registra il coinvolgimento di ulteriori responsabili di corruzioni perpetrate nell’ultimo biennio.
Sono stati, infatti, tratti in arresto e condotti in carcere:
– Giorgio GUGLIOTTA (cl.1974), dipendente A.N.A.S., Capo Nucleo C del Centro di manutenzione D dell’Area Tecnica Compartimentale (diretta dal Geom. CONTINO che, a sua volta, nei casi incriminati, rispondeva all’Ing. ROMANO quale R.U.P.), competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti arterie stradali: SS 114 Orientale Sicula (dal Km. 54,4 al Km. 92,022 e dal km 105,25 al km 130), SS114dir “Costa Saracena” (dal km 4,6 al km 12), SS 194 (Ragusana, dal km 0,3 al km 11,7);
– Amedeo PERNA (cl.1969), dipendente della “IFIR TECNOLOGIE STRADALI S.R.L.”, società commerciale esercente “costruzione di strade autostrade e piste aeroportuali”, con sede a Milano (MI), con un volume d’affari annuo di oltre un milione di euro;
– Santo Orazio TORRISI (cl.1957), rappresentante legale della “SICILVERDE SRL”, impresa avente quale oggetto sociale la “cura e manutenzione del paesaggio, compresi parchi e giardini” con sede ad Aci S. Antonio (CT) e con un volume d’affari annuo superiore ai 2 milioni di euro;
– Giuseppe CIRIACONO (cl.1968), padre del rappresentante legale della “ITAL COSTRUZIONI GROUP SRL”, esercente “altre attività di costruzione e opere di ingegneria civile” con sede a Caltagirone (CT) e con un volume d’affari annuo di circa 500 mila euro;
– Vincenzo BAIAMONTE (cl.1966), già dipendente della “SAFE ROADS SRL”, esercente l’attività di “costruzioni edifici residenziali e non residenziali” con sede a Misilmeri (PA), con un volume d’affari annuo superiore ai 2 milioni di euro; BAIAMONTE risulta, dal 2019, dipendente della “TRUSCELLI SALVATORE SRL”, avente quale oggetto sociale “altre attività di lavori specializzati di costruzione” con sede a Caltanissetta (CL), il cui rappresentante legale, Salvatore TRUSCELLI, in data 18 ottobre u.s., veniva sottoposto agli arresti domiciliari quale imprenditore corruttore sorpreso dai Finanzieri a consegnare, tra l’altro, negli uffici dell’ANAS, una tangente di 10.000 euro in contanti.
Le rapide e approfondite investigazioni condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania, sono state sviluppate attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari, la disamina della documentazione amministrativa concernente i lavori oggetto di illecite dazioni nonché dal riscontro degli elementi desunti dagli interrogatori eseguiti da quest’Ufficio, nel corso dei quali, più funzionari ANAS coinvolti rendevano ampie confessioni. La consistente mole indiziaria così emergente permetteva di portare alla luce l’esecuzione fraudolenta o, in alcuni casi, la mancata esecuzione di opere previste nei capitolati di appalto. Le gare in questione, i cui bandi e la valutazione delle offerte, a seconda dell’entità dei lavori da affidare, erano a cura della Direzione Generale dell’ANAS o della struttura territoriale di coordinamento di Palermo, venivano aggiudicate anche con ribassi superiori al 50%.
Paradossalmente i lavori oggetto di illeciti scambi di utilità tra imprese e funzionari corrotti si concludevano in tempi rapidissimi in ragione dell’evidente necessità, per entrambe le parti, di incamerare quanto prima il profitto criminale derivante dalla parziale o totale inadempimento dei vincoli contrattuali fissati. Altro elemento concordante della piena sintonia esistente tra corrotti e corruttori è l’assenza di qualsiasi contenzioso: l’esecuzione degli appalti tracciati quali fonte di tangenti non vedeva quasi mai l’insorgere di contestazioni bensì il puntuale e celere rilascio della piena conformità a quanto commissionato così da velocizzare il più possibile il pagamento della pubblica amministrazione, nel caso di specie, vittima di un vero e proprio raggiro.
I fatti corruttivi oggetto del provvedimento cautelare eseguito in data odierna mettono in luce nuove casistiche di lavori non eseguiti a regola d’arte sulle principali strade della Sicilia centro – orientale: non solo la mancata scarificazione dell’asfalto da rimuovere quale stratagemma per risparmiare oneri da tramutare in “mazzette” ma anche la mancata/parziale rimozione di barriere incidentate e/o inadeguate e il taglio di sterpaglie lungo le arterie innescano i già rodati e noti circuiti corruttivi.
Nello specifico, una prima vicenda corruttiva vede quali corrotti il direttore dei lavori, Geom. CONTINO e i direttori operativi posti sotto la sua vigilanza, i Geometri PANZICA e GUGLIOTTA. L’appalto oggetto del patto corruttivo stretto con Amedeo PERNA, dipendente della “I.F.I.R. TECNOLOGIE STRADALI S.R.L.”, concerne i lavori di “manutenzione ordinaria delle opere di sicurezza lungo le SS 114 Orientale Sicula, 194 Ragusana, 114dir Costa Saracena e 193 di Augusta” consistenti nella sostituzione di tratti di barriere incidentate o inadeguate con barriere nuove aventi le medesime caratteristiche tecniche. Il lavoro veniva aggiudicato con un ribasso del 25% a un importo netto di 150 mila euro, iniziato nell’aprile 2018, si concludeva nel febbraio 2019. Nella circostanza, i funzionari ANAS corrotti favorivano la registrazione in contabilità della sostituzione di barriere mai avvenuta; ciò, secondo quanto ricostruito dagli stessi pubblici ufficiali, poteva avvenire in quanto vi sarebbero state barriere di sicurezza in buone condizioni che non andavano sostituite. Il risparmio di costi a vantaggio dell’azienda aggiudicatrice era addirittura pari a circa 90.000 euro che avrebbero fruttato ai 3 funzionari un bottino di 30.000 euro. L’accordo però, per palesate difficoltà dell’impresa coinvolta, non si concretizzava nella sua interezza ma con la dazione di una sola tangente di 5.000 euro. A rinforzare il patto criminale, interveniva un altro imprenditore – già noto in ANAS perché esecutore di diversi lavori – a fungere da garante a favore della “IFIR” per “assicurare” ai corrotti l’integrale pagamento della “mazzetta”. Quest’intervento permetteva all’impresa corruttrice di portare fino al termine il suo progetto illecito pur non essendo poi in grado di assolvere all’impegno criminale di corrispondere l’intera tangente pattuita di 30 mila euro.
Una seconda vicenda corruttiva vedeva ancora gli stessi funzionari ANAS Catania appena citati (CONTINO, PANZICA e GUGLIOTTA) colludere con Santo Orazio TORRISI rappresentante legale della “SICILVERDE SRL” di Aci S. Antonio (CT). La prestazione d’opera oggetto di mercimonio rientra in un appalto aggiudicato per il “servizio triennale di manutenzione ordinaria ricorrente delle opere in verde lungo le strade statali di competenza del Centro di Manutenzione D – ANAS sezione Compartimentale di Catania” delle già succitate strade statali S.S. 193 – 114 – 114dir – 194, per l’importo complessivo di 665 mila euro, con un’associazione temporanea di imprese composta da società commerciali di Montepulciano (SI) e Calatafimi (TP). L’aggiudicazione dell’appalto, nel caso di specie, avviene addirittura con un ribasso di oltre il 50%. I lavori sono stati eseguiti, attraverso un nolo “a caldo”, dalla “SICILVERDE SRL”, il cui rappresentante legale TORRISI corrompeva gli infedeli funzionari ANAS proponendo l’esecuzione di minori lavori di sfalcio di erbe, di potatura delle ceppaie e di mantenimento delle siepi spartitraffico nonché la mancata effettuazione di opere quali, ad esempio, la raccolta delle sterpaglie tagliate, comunque previste dal capitolato speciale d’appalto. L’illecita economia sui lavori da effettuare – a diretto danno della pubblica amministrazione costretta a sperperare denaro pubblico per l’esecuzione di lavori mai prestati – fruttava ai funzionari corrotti una tangente complessiva di 10.000 euro in contanti ripartita tra i tre. Le dazioni criminali si registravano in corrispondenza del rilascio della certificazione, a cura del R.U.P., dello stato di avanzamento dei lavori. Uno degli ultimi versamenti, avvenuto a fine agosto di quest’anno, era esplicito oggetto di conversazione tra gli arrestati CONTINO e PANZICA.
Altro patto corruttivo veniva stretto da CONTINO e PANZICA, ancora nella truffaldina esecuzione della manutenzione del verde lungo le strade, con Giuseppe CIRIACONO dell’ITAL COSTRUZIONI GROUP SRL di Caltagirone (CT) il quale pagava una mazzetta di 2.000 euro. I lavori in argomento derivavano dall’affidamento del “servizio triennale di manutenzione ordinaria ricorrente delle opere in verde lungo l’Autostrada A01 Catania Siracusa di competenza del centro di manutenzione D – ANAS Catania” aggiudicato a una società commerciale ravennate per un importo complessivo di 580 mila euro dopo un ribasso del 52%. L’impresa corruttrice di CIRIACONO scende in campo, prima, in virtù di un contratto di nolo a freddo di mezzi e il distacco di proprio personale e poi, in forza di un subappalto di 105 mila euro. Anche in questo frangente la “ITAL COSTRUZIONI” chiamata a eseguire lo sfalcio d’erba con smaltimento dei materiali di risulta, il taglio alberi, la potatura e la concimazione, l’irrigazione, effettuava minori lavori assicurandosi così compensi non spettanti la cui parte maggiore restava nelle proprie casse e almeno 2.000 euro, in distinti momenti coincidenti con il riconoscimento dello stato avanzamento dei lavori, veniva destinato ai corrotti. La consegna delle tangenti, come ricostruito dagli artefici, avveniva sia all’interno che all’esterno degli uffici ANAS. I funzionari pubblici infedeli, anche in tale circostanza, avevano l’obbligo di segnalare alla propria amministrazione il non rispetto del contratto così da favorirne la risoluzione e/o l’applicazione di penali.
Minore scarificazione del manto stradale e tangente di 30.000 euro in contanti ripartita tra ROMANO, PANZICA e CONTINO sigillano l’accordo con la “SAFE ROADS SRL” di Misilmeri (PA) per la cui finalità corruttrice, ha operato il dipendente Vincenzo BAIAMONTE. L’appalto relativo a quest’ulteriore fatto corruttivo concerne i “lavori di risanamento della sovrastruttura stradale, in tratti saltuari, lungo la S.S. 114 Orientale Sicula da Km. 130+600 al Km. 154+600” aggiudicati, dopo un ribasso del 38%, ad un importo di 615 mila euro circa. Il rifacimento della strada in questione veniva affidato d’urgenza all’impresa corruttrice nel luglio 2017 e si concludeva nel novembre dello stesso anno; l’ANAS, a causa della condotta dolosa dei suoi funzionari corrotti consapevoli della parziale esecuzione dei lavori affidati, corrispondeva, dopo un unico e complessivo S.A.L. (stato avanzamento lavori), l’intero importo di 615 mila euro.
Un’ultima intesa corruttiva veniva siglata tra soggetti, tutti già ristretti ai domiciliari in esecuzione di precedenti misure: da un lato, i funzionari ANAS Catania, ROMANO in qualità di R.U.P., CONTINO quale direttore dei lavori e PANZICA (direttore operativo) e, dall’altro, l’imprenditore Pietro Matteo IACUZZO, rappresentante legale della “ISAP SRL” di Termini Imerese. La tangente originava dalla classica “economia” permessa all’impresa aggiudicataria del lavoro, consistita, nel caso di specie, in una minore scarificazione del tratto stradale il cui livello, però, veniva anche alzato oltre misura. La mazzetta, in denaro contante per 48.000 euro, veniva consegnata a CONTINO e PANZICA da IACUZZO presso l’abitazione del primo per poi essere suddivisa in tre parti, una delle quali destinata all’Ing. ROMANO. Quest’ultimo era solito ricevere la sua quota corruttiva da CONTINO che provvedeva a consegnarla inserendola nella “già nota” cartellina blu intercettata dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. in occasione degli arresti in fragranza di reato eseguiti il 17 settembre u.s.
Il lavoro in questione era un contratto applicativo di un accordo quadro triennale per “l’esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione delle strade di competenza ANAS nella Regione Sicilia” stipulato nel marzo 2018, per un complessivo valore di 25 milioni di euro. In questa cornice, “IASP SRL”, esercente l’attività di “strade, autostrade e piste aeroportuali”, rappresentata da IACUZZO era affidataria, nel maggio 2018:
– con procedura d’urgenza per il necessario concomitante svolgimento del Giro d’Italia, dei “lavori di riqualificazione del piano viabile lungo la strada di collegamento tra Ragalna e l’Osservatorio Astrofisico di Catania sull’Etna” per un importo di 450 mila euro. I lavori in questione sono stati aggiudicati all’impresa palermitana con un ribasso di oltre il 35%;
– dei “lavori di riqualificazione del piano viabile lungo la S.P. 24 tratto Ponte Barca, Paternò – innesto SS 192 della Valle Dittaino” per un importo di 760 mila euro. Anche questi lavori sono stati aggiudicati con un ribasso di oltre il 35%.
Gli ulteriori gravi fatti di corruzione ricostruiti dal gruppo di Magistrati di quest’Ufficio specializzato nei reati contro la P.A. con l’ausilio dei Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania restituiscono un quadro ancor più esteso rispetto a quanto emerso in occasione dell’esecuzione delle precedenti ordinanze di custodia cautelare. Consolidato ormai da almeno un biennio è l’intreccio corruttivo che unisce pubblici ufficiali infedeli e imprenditori corruttori impegnati a concordare, da un lato, la non esecuzione dei lavori appaltati, e dall’altro, ad accelerare le procedure amministrative per il pagamento degli stessi lavori così da incamerare, quanto prima, il profitto illecito e dividerselo.
La costante azione della Guardia di Finanza, orientata da quest’Ufficio anche in ragione degli ulteriori elementi investigativi che stanno emergendo nel corso dei vari interrogatori cui sono sottoposti indagati e in ragione di spontanee dichiarazioni fornite da persone informate sui fatti, sta consentendo di ricostruire minuziosamente, appalto su appalto, il sistema tangentizio messo in piedi nell’area tecnica dell’ANAS di Catania.