Nino Naso buttato in piscina con tutti i vestiti: il comunicato del presidente della Federazione nuoto regionale Sergio Parisi che rinuncia alla gestione temporanea della piscina comunale di Paternò “Giovanni Polo II” ha l’effetto di un lancio inatteso dentro l’acqua della struttura sportiva per il primo cittadino.
“Con rammarico, – si legge nel comunicato del presidente regionale della Fin – alla luce delle condizioni in cui versa l’impianto in seguito a cinque mesi di inattività e al fine di evitare qualsiasi interpretazione fuorviante dopo i recenti incontri, il comitato regionale della Federnuoto si trova costretto a comunicare come non sussistano più i presupposti per procedere a una gestione temporanea della piscina comunale di Paternò”.
La nota spiega che il “gran rifiuto” è da addebitare a ragioni burocratiche.
“I tempi sempre più stretti, incompatibili con la necessità di programmare in modo adeguato l’attività, e l’incertezza legata all’acquisizione dei documenti richiesti per l’utilizzo della struttura e al decorso del relativo iter burocratico sono ostacoli che precludono ulteriori sviluppi di segno positivo”.
La Federnuoto si sofferma a criticare l’errore della revoca anticipata decisa dal Comune di Paternò.
“Dopo l’avventata decisione di revocare anticipatamente la gestione che le era stata affidata sino al 2021, la Federnuoto Sicilia, preso atto delle lungaggini nella pubblicazione del bando, aveva individuato nell’affidamento pluriennale l’unica soluzione valida per un impianto che al momento rappresenta la sola opzione (vasca 25 mt, 8 corsie e ampia tribuna) in Sicilia per svolgere attività agonistica nella stagione invernale e, nel contempo, costituisce una preziosa opportunità occupazionale per i numerosi collaboratori della piscina che hanno operato con profitto e professionalità in questi anni”.
Infine l’amara considerazione che butta mare, anzi in piscina, l’ipotesi di gestione temporanea.
“Proprio in quest’ottica, la Fin aveva aperto uno spiraglio di discussione per riconsiderare la posizione iniziale, ma l’evolversi (anzi, il mancato evolversi) della vicenda impedisce ulteriori considerazioni in tal senso”.
Il ‘mancato evolversi’ fa riferimento, evidentemente al ‘ruolino di marcia’ dei tempi burocratici che non sono stati rispettati.
Misurato il commento alla vicenda da parte dell’assessore allo Sport Vito Rau, interpellato dal Corriere Etneo: “Nonostante assessore con delega allo Sport – spiega Rau – nè io ne i miei uffici ci siamo mai occupati della vicenda piscina, nella fase di apertura , in quanto la stesura del bando e gli atti consequenziali sono in capo ad altro settore. Ho espresso soddisfazione quando ho appreso che il bando era stato redatto e pubblicato e altrettanta soddisfazione quando all’incontro con Sergio Parisi insieme al sindaco e alla giunta si era arrivati ad una soluzione temporanea. Spero la questione venga risolta. E sono convinto che si stia lavorando in questa direzione”.
La diplomazia che traspare dalle dichiarazioni di Rau – in questi giorni in aperto contrasto con il sindaco Naso per il mancato invito al campionato di badminton di Catania – fa riferimento alla fase embrionale del bando che è sempre stato in capo alla sezione Affari generali del Comune e al sindaco.