“Sentiamo dire che la ‘vicenda Abate’ si è conclusa bene, che il gruppo ha evitato il fallimento e che tutto – alla fine – si è concluso nel migliore dei modi. Non è così: c’è un gruppo di 162 lavoratori, attualmente in cassa integrazione, che il prossimo 1 aprile saranno licenziati. Noi siamo tra questi”. Lanciano un grido d’allarme i lavoratori ‘residuali’ della ‘Roberto Abate S.p.A. dopo avere saputo della lettera che la società in liquidazione ha recapitato ieri a tutte le sigle sindacali. Com’è noto, la società con sede a Belpasso ch’è stata leader della Gdo in Sicilia, ha venduto – a più riprese – ad altre aziende concorrenti i punti di vendita di proprietà. Il 19 settembre scorso, la sezione fallimentare del Tribunale di Catania, ha dato il via libera all’accordo di ristrutturazione dei debiti.
Nel balletto dello ‘spezzatino’ – la vendita di rami d’azienda a società come Arena-Decò, Ergon e MD – sono rimasti fuori 162 dipendenti che usufruiscono tuttora della cassa integrazione.
Nella comunicazione datata 5 novembre si legge che “Altre trattative di cessioni della rimanente rete vendita sono tuttora in corso, ma con tempi che purtroppo non sono determinabili e che non permettono alla scrivente di mantenere, oltre la data del 31 marzo 2020 (data di conclusione della CIGS per “cessazione attività”) l’attuale forza lavoro, pervenendo alla gravosa, ma inevitabile decisione di dover cessare alla data dell’l aprile 2020 i rapporti di lavoro in essere”.
Questo l’elenco dei profili professionali che verranno cancellati:
Addetti ai servizi ausiliari di vendita n. 51 (di cui n. 32 part-time)
Addetti alla contabilità n. 23 (di cui n.11 part-time)
Addetti alla gestione degli acquisti n. 14 (di cui 4 part time)
Banconisti Macelleria n. 13 (di cui n. 2 part-time)
Banconisti Pescheria n. 3
Banconisti Salumeria n. 7 (di cui n. 2 part-time)
Magazzinieri n. 25 (di cui n.2 part-time)
Addetti Marketing n. 4
Vice Direttore n. 4
Responsabile di Funzione n. 10.
“Alcuni di noi – spiega uno dei dipendenti che ad aprile perderà il posto il lavoro – hanno avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato: quando c’è stata la cessione di ramo d’azienda, è successo che chi aveva meno anni di lavoro ha avuto la fortuna di trasferirsi nella nuova società acquirente. Molti di noi, con oltre 20 anni di attività nel gruppo, sono invece rimasti fuori”.
I più penalizzati sono gli addetti all’amministrazione e alla logistica, strutture già ampiamente delineate negli organigrammi delle società acquirenti.
“Stiamo scomparendo in silenzio – spiegano alcuni dipendenti ‘in scadenza’ – senza che nessuno riesca a fare qualcosa per noi. Siamo in 162, mica in pochi. E’ possibile che tutto ciò accada senza che nessuno senta il dovere di dire o fare qualcosa?”