Santa Venerina, il rapper che canta in siciliano incontra gli studenti: doppia visita per il giarrese Ture Most

Stamattina gli alunni dell’istituto comprensivo di Santa Venerina, in provinciadi Catania, incontreranno il cantautore Ture Most (nome d’arte di Salvo Mostaccio). L’artista, originario del comune di Giarre, comune del catanese, racconterà ai ragazzi la propria esperienza artistica ed il significato dei brani, che riflettono le proprie radici culturali.
L’11 novembre Ture Most tornerà all’istituto comprensivo di Santa Venerina per una esibizione dal vivo. “Abbiamo deciso di organizzare questo doppio incontro con Ture Most – spiega la dirigente scolastica Mariangiola Garraffo – per dare ai ragazzi la possibilità di conoscere un cantautore locale e comprendere così che il linguaggio musicale è un linguaggio universale. Il racconto della nostra terra, delle nostre radici può avvenire anche attraverso la musica e la scelta di testi ben precisi. Il siciliano, che non è un dialetto ma una vera e propria lingua, può essere uno strumento di comunicazione potentissimo, al pari della lingua italiana e della lingua inglese, più conosciute dai ragazzi.” Ture Most, infatti, scrive e canta in siciliano, in una forma non neomelodica, per raccontare la Sicilia. L’artista è nato a Giarre (Catania) il 27 settembre del 1990 sotto le influenze musicali del padre che fa sì che la musica diventi sin da subito pane quotidiano di casa Mostaccio, rendendo possibile un avvicinamento di Salvo alle prime composizioni di testi rap. Gli studi, però, non permettono inizialmente la costanza che la musica richiede, così, conseguita la laurea in scienze motorie nel 2016, Salvo ricomincia ad appassionarsi alla scrittura di testi che diventano sempre più maturi ed originali, raccogliendo soddisfazione personale e gratificazione da parte del pubblico. Ture Most nasce artisticamente dal rap e le sue canzoni sono caratterizzate da componenti melodiche e dialettali che contribuiscono a qualificare il suo genere musicale nella categoria Indie-Rap. Dopo la laurea in scienze motorie, le tematiche dei suoi brani si alternano tra le leggende territoriali e l’introspezione, valorizzandone la sicilianità.
Dal giugno 2018 trova la sua identità artistica con l’uscita del singolo ‘La luna sul canneto’, pezzo che parla della leggenda del ‘Sugghiu da turri’, con videoclip animato, ambientato tra le ‘vanedde’ di Torre Archirafi, località marinara della provincia di Catania. Vanedde che ritornano tra i versi di ‘Tequila e vavalaggi’. Successivamente, altre produzioni, con tanta curiosità e riscontro di pubblico.

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