A Biancavilla “Chianu a livera” tra via Trapani e via De Gasperi, diventerà “Piazzale Monsignor Paolo Randazzo (1910 – 1986)”. L’amministrazione, infatti, ha proposto di intitolare al prete biancavillese che fondò la Città del Fanciullo di Acireale. Una mano tesa nei confronti di centinaia di ragazzi. Gli allievi, bambini che frequentavano ancora la scuola media, avevano la possibilità di approccio al mondo del lavoro in un ambiente che li curava e proteggeva a volte più della stessa famiglia di provenienza. Sotto l’occhio attento di bravi artigiani di esperienza, negli anni si sono formati migliaia di giovani elettricisti, tipografi, meccanici, ebanisti. A convincere Don Paolo Randazzo – allora segretario del Vescovo di Acireale, Mons. Russo) della necessità di offrire una possibilità ai giovani fu un terribile fatto di sangue: la sera del 9 gennaio del 1946 a Biancavilla nell’abitazione della famiglia di Don Paolo, alcuni giovinastri si introducono a scopo di rapina. Sorpresi, fanno fuoco, feriscono una sua cugina e uccidono un nipotino di 15 mesi in braccio alla mamma ferita dalla stessa pallottola. La consapevolezza che quanto successo fosse una conseguenza dei disagi economici del dopoguerra, fecero scaturire l’idea che qualcosa andava fatto per dare un futuro alla disperazione, alla fame, al disagio sociale. Nacque così l’idea di costruire un grande istituto, dapprima si sarebbe chiamato ”Città del Fanciullo e degli artigianelli” per poi restare “Città del Fanciullo”, a cui dedicherà tutta la sua vita. Morto l’11 marzo del 1986, il “samaritano” di Acireale viene ricordato ogni anno dai suoi ex alunni.