Trasferito da Ragusa a Caltagirone il 26enne vittoriese accusato di stupro: l’orrore nel racconto della vittima

E’ stato trasferito dal carcere di Ragusa al carcere di Caltagirone, dove c’e’ una sezione protetta per crimini sessuali, Sergio Palumbo, vittoriese di 26 anni il cui fermo operato della Polizia – Squadra Mobile Mobile commissariato – e’ stato convalidato dal Gip, Vincenzo Ignaccolo. I reati contestati sono sequestro di persona, violenza sessuale aggravata e rapina. Il suo legale, l’avvocato Gianluca Nobile, sta valutando il ricorso al Riesame contro il provvedimento di custodia cautelare in carcere disposto dallo stesso gip in sede di udienza di convalida. L’uomo aveva bloccato la donna in strada, a Vittoria, facendo finta di avere bisogno aiuto, dopo avere litigato con la moglie e avere fatto uso di cocaina. Ed era iniziato l’orrore senza fine per la vittima ripetutamente stuprata e poi lasciata andare.
Lo scorso anno il presunto aguzzino era stato arrestato per violenza sessuale e rapina ai danni di una donna di Ragusa. Per quel reato, con rito abbreviato, era stato condannato a 4 anni e sei mesi di carcere. Era stato posto ai domiciliari e alla fine la misura era stata attenuata disponendo l’obbligo di dimora in attesa della fissazione dell’udienza del processo di Appello.
IL RACCONTO DELLA VITTIMA: “MI DICEVA, ADESSO SO TUTTO DI TE”
Per tre ore la giovane ha raccontato tutto quanto le era accaduto, tutto l’orrore vissuto. La ragazza aveva festeggiato il suo compleanno con gli amici e stava rientrando a casa quando intorno alle 2 di notte, al centro della carreggiata e’ comparso il carnefice che le chiedeva aiuto. Lei si e’ fermata e mentre cercava di chiamare i soccorsi, lui le ha prima strappato il telefono dalle mani, poi ha aperto la portiera della macchina e minacciandola con una grossa pietra l’ha fatta spostare sul lato passeggero portandola in una strada isolata e buia. Li’ le prende il portafoglio, la rapina del contenuto, e legge i suoi documenti:
“Adesso so tutto di te”, le dice, aggiungendo che se avesse parlato o non lo avesse assecondato avrebbe ammazzato lei e la sua famiglia. Poi la violenza. Dopo avere abusato di lei, l’ha portata a Marina di Ragusa e le ha racconta della lite con la moglie. Poi di nuovo a Vittoria dove la violenta ancora e, come se nulla fosse, ma sempre sotto continue minacce, la fa guidare fino ad uno slargo vicino a casa sua e si fa lasciare li’.
“Ricordati che so tutto di te”, le ripeteva minacciandola di morte. Un inferno, fino all’arresto.
Intanto, la commissione straordinaria del Comune di Vittoria, comune sciolto per mafia, esprime solidarieta’ alla vittima dello stupro. “Siamo vicini alla giovane, la cui vita e’ stata irrimediabilmente segnata da uno dei reati piu’ odiosi – dicono i commissari Filippo Dispenza, Giovanna Termini e Gaetano D’erba – e le manifestiamo la nostra piena, sincera e incondizionata solidarieta’. Fatti come quello accaduto una settimana fa devono indurre ciascuno di noi a una seria riflessione e ad una presa di coscienza collettiva, che chiami in causa responsabilita’, valori, etica. Un episodio esecrabile e devastante come questo richiede una ribellione corale da parte di tutta la citta’: la giovane vittima e’ figlia, sorella di ciascuno di noi, e nessuno puo’ voltarsi dall’altra parte e fingere di non vedere l’orrore”. La commissione aggiunge: “La citta’ non deve piu’ essere ostaggio di questa protervia criminale. I cittadini perbene, che sono la stragrande maggioranza, devono assolutamente ribellarsi a questi gravissimi episodi di violenza e arroganza, manifestando apertamente solidarieta’ alle vittime. Recuperiamo serenita’, dignita’, credibilita’: un episodio, seppur devastante come quello appena accaduto, come gli altri accaduti prima, non puo’ e non deve minare la fiducia nelle istituzioni e la voglia di riscatto di un’intera comunita’”.

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