Da Leonardo a Leonardo. Il video del giovane cantante neomelodico paternese Leonardo Zappalà continua a suscitare indignazione. Tra quanti, in queste ore, hanno deprecato la scelta di campo del cantante, c’è l’associazione ‘Città Futura’ che cita lo scrittore Leonardo Sciascia e una sua famosa definizione. I componenti dell’associazione cittadina hanno molto apprezzato la scelta tempestiva del sindaco Naso di chiedere la rimozione da You Tube del videoclip diseducativo. Ecco la nota integrale di Città Futura:
Citando Leonardo Sciascia che, ne “Il giorno della civetta”, scrisse degli “ominicchi” che “sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse cose dei grandi” , riguardo al videoclip del sedicente cantante neomelodico paternese di cui si è tanto discusso, “Città futura” ritiene che sia necessario levare la voce per ribadire con forza quanto sia deprecabile ogni condotta che, più o meno velatamente, richiami alla cultura mafiosa o di essa sia intrisa. Aggiunge, altresì, sconcerto a sconcerto la circostanza che il summenzionato “ominicchio”si sia reso responsabile di inneggiare, inequivocabilmente, alla cultura mafiosa per la seconda volta nel giro di pochi mesi, ovvero quando ancora non si era sopito lo sdegno per le miserabili frasi proferite in merito a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due martiri laici della nostra terra la cui memoria non può essere profanata da quella fauna umana tristemente osservata nella trasmissione andata in onda su Raidue o nell’esecrabile videoclip in cui si mostrano santini e “pungiute”, in uno spettacolo a cui mai avremmo voluto assistere.
In tale contesto, Città futura esprime il proprio apprezzamento per l’iniziativa promossa dal Sindaco attraverso cui ha richiesto alle autorità competenti la rimozione del citato video con ciò rappresentando, a nostro avviso, gli interessi di tutti quei paternesi per bene che ogni giorno prendono le distanze da quella cultura mafiosa che ammorba il territorio impedendone un pieno sviluppo. E, a maggior ragione, riteniamo auspicabile l’agire in giudizio per il risarcimento del danno di immagine che Paternò, inevitabilmente, ha subito a seguito della diffusione del video.