La psicosi di Samara e la ‘democrazia della credulità’: siamo diventati un popolo di ‘ammuccalapuni’

La psicosi di Samara – l’orrido personaggio del film ‘The Ring’ – che dalla Campania si è via via trasferita in Sicilia, nel Catanese, fino a fare tappa a Biancavilla, è la degenerazione di ciò che il sociologo francese Gerald Bronner chiama “la democrazia della credulità”. Sappiamo e conosciamo sempre di più ma capiamo sempre di meno. Internet con la sua democrazia della Rete ha forgiato in questi anni fior di boccaloni disposti a ingollare di tutto purché circoli in rete, sia cliccabile o condivisibile. Di veramente virale c’è solo la nostra imbecillità. Altrimenti non si spiegherebbe il gran polverone sollevato nel quartiere Spartiviale di Biancavilla da un burlone che, ripreso da un videofonino – ha indossato un lenzuolo bianco e una parrucca per scatenare il panico tra i meno avveduti, soprattutto bambini. Una pantomima nemmeno tanto originale visto che tante Samara in questi giorni stanno scendendo giù al Sud nelle varie città. A Catania, dove l’ironia è roba seria, per smontare la ‘minchiata col botto’ i cittadini hanno tirato fuori la domanda “Unni è arrivata Samara?” che ricalca il quesito che viaggia di bocca in bocca nei giorni della Festa di S. Agata”.
A rigor di logica, se smettessimo di essere ‘ammuccalapuni’ e guardassimo davvero qualche film, l’orrenda Samara dovrebbe spaventarci fino a un certo punto. I cinefili e gli appassionati di film horror sanno che nel film del giapponese The Ring di Hideo Nakata del 1988, poi rifatto da una produzione americana e interpretato da Naomi Watts, il terrore è legato alla visione di una videocassetta: una delle due amiche adolescenti che si raccontano l’un l’altra il segreto ha visto la videocassetta e muore in malo modo esattamente una settimana dopo. La ‘semplice’ visione di Samara, quindi, non dovrebbe seminare il panico (sebbene non si tratti di una visione piacevole) perché non si tratta di un serial killer.
Ciò che disturba non è l’insensatezza di chi, da Napoli a Catania – nelle sere di fine estate – mette in scena uno scherzo del genere, ma la permeabilità della nostra mente che accetta passivamente tutto ciò che viene ripreso e poi filtrato dalla rete. E’ la democrazia della credulità, come si diceva. Sotto la patina della goliardia da film horror, il popolo di creduloni in questi anni è stato attirato nella trappola dei vaccini che fanno male e in mille altre fandonie, spesso accettate come oro colato. Nei discorsi che governano la Rete, osserva l’antropologo Marino Niola, la diagnosi di un medico vale quanto l’opinione di chi la giudica.
E così, ignari di trovarci di fronte ad un enorme specchio, inorridiamo davanti alla falsa Samara perché – forse – riconosciamo noi stessi, ciò che siamo diventati: ‘ammuccalapuni’ senza più un briciolo di cervello.

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