Paternò, scarsa partecipazione alla marcia anti-violenza voluta dal sindaco: presenti i parenti di Russo

Scarsa partecipazione alla manifestazione contro la violenza voluta dall’amministrazione comunale di Paternò – dopo i fatti di sangue di Ucrìa – per stringersi “attorno alla famiglia di Salvatore Russo”. Quest’ultimo è accusato dalla procura di Patti (Me) del duplice omicidio di Antonino Contiguglia e del nipote Fabrizio e del tentato omicidio di Salvatore Contiguglia. I legali dell’uomo hanno sin da subito parlato di legittima difesa. Una ottantina i partecipanti che hanno accolto l’invito rivolto alla città dal sindaco di Nino Naso, aderendo ad un sit-in di solidarietà tenutosi in Piazza Umberto davanti a Palazzo Alessi sede del Consiglio comunale.
Su uno dei balconi della sede istituzionale è stato esposto un lenzuolo con su scritto “iostoconsalvo”. A partecipare per lo più parenti e amici dell’accusato che indossavano una maglietta riportante proprio la scritta “iostoconsalvo” e alcuni cartelli con la scritta “Legittima Difesa” oppure “Salvatore di nome e di fatto”.
Non sono mancati slogan pronunciati dai partecipanti quali “Fuori Salvo è stata legittima difesa.”. In testa al corteo i familiari di Russo: la moglie Selene, la sorella e il cognato, le stesse persone che quella sera di ferragosto ad Ucrìa hanno vissuto un esperienza “da incubo”, come l’hanno definita loro stessi. A presidiare il sit-in di stamattina poliziotti del commissariato di Adrano, Carabinieri della compagnia di Paternò e vigili urbani della Polizia municipale.
Per la prima volta a parlare in pubblico i familiari di Russo: “Mio marito è molto provato e tutto ciò è stato fatto per difendere noi e portarci tutti salvi a casa – ha detto Selene Catrini, la moglie di Salvatore Russo- E’ contento per la vicinanza di tutte le persone che lo stanno sostenendo. Ci tengo – ha proseguito la giovane moglie di Russo- a ringraziare tutti coloro che mi inviano messaggi di conforto e si sostegno. Questa manifestazione l’abbiamo fatta per dire no alla violenza, perché non siamo d’accordo con tutte le persone violente e contro coloro che vanno contro la famiglia. Salvo-ha concluso la donna- è un padre esemplare, un marito unico, un fratello, un amico per tutti”.
Russo sin dal primo momento ha sostenuto che si è trattato di legittima difesa e di avere agito per difendere sé stesso e i propri familiari da quella che sarebbe stata una spedizione punitiva capeggiata da Antonino Contiguglia, in passato condannato per mafia, con l’obiettivo di “vendicare” l’affronto fatto da Russo il giorno prima dell’omicidio.
Sulla vicenda il sindaco di Paternò Nino naso e il suo vice Ignazio Mannino, presenti alla manifestazione, si sono espressi mostrando la loro solidarietà alla famiglia Russo: “Una comunità si contraddistingue anche nel dolore – ha esordito il sindaco Naso durante il suo intervento pubblico- in un momento in cui c’è una sofferenza una famiglia non si lascia da sola. La famiglia siamo tutti noi.
“Conosco personalmente Salvatore Russo – ha aggiunto Naso – so che è un bravissimo ragazzo. Noi non ci stiamo sostituendo ai giudici, stiamo raccogliendo questo grido di dolore e confidiamo nell’operato della magistratura.
“Non entrando in polemica con nessuno – ha proseguito Naso- vogliamo testimoniare che è un bravo ragazzo, un lavoratore, un padre di famiglia. La comunità di Paternò lancia un messaggio a favore della famiglia, di unità, siamo contro ogni forma e tipo di violenza.Spero che questa vicenda si possa chiarire, per tutti noi”.

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