E’ riuscito “con successo” il secondo tentativo dalla navetta russa Soyuz MS-14 – con a bordo il primo robot umanoide russo a essere lanciato nello Spazio, ‘Fedor’ (Skybot F-850) – di attraccare alla Stazione spaziale internazionale (Iss). La navetta, che lo scorso 24 agosto aveva fallito il primo tentativo di aggancio, ha raggiunto automaticamente il modulo ‘Zvezda’ della Isis alle 5:08 italiane, mentre questa volava sulla Mongolia orientale, a 400 chilometri dalla superficie terreste.
Lo rendono noto la Nasa e l’agenzia russa spaziale Roscosmos, che hanno trasmesso la diretta dell’operazione. La Soyuz consegna all’equipaggio della Expedition 60 presente nel laboratorio orbitante, tra cui l’astronauta dell’Esa Luca Parmitano, medicinali, cibo e soprattutto alcuni esperimenti, come il telescopio italiano Mini-Euso, realizzato dall’Asi, in collaborazione con Roscosmos. Mini-Euso (Multiwavelength Imaging New Instrument of Extreme Universe Space Observatory) e’ un telescopio di nuova generazione in banda ultravioletta per lo studio ed il monitoraggio di emissioni notturne di origine terrestre, atmosferica e cosmica, la cui ottica si basa sull’utilizzo di lenti di Fresnel. Sara’ posizionato su un oblo’ del modulo russo ‘Zvezda’ per effettuare una campagna di osservazioni notturne dalla quota della Iss.
Di solito, la Soyuz viaggia con equipaggio umano, ma questa volta a bordo simile a un umano c’era solo Fedor, il robot russo dotato di intelligenza artificiale. La Soyuz Ms-14 era partita, giovedi’ scorso, dal cosmodromo russo in Kazakistan, Baikonur. Avrebbe dovuto agganciarsi al modulo Poisk, ma la manovra di docking sarebbe fallita per un malfunzionamento del sistema di rendezvous automatico Kurs, situato all’esterno del portellone. Se sulla Soyuz Ms-14 fosse stato presente un astronauta umano, si sarebbe potuto procedere con un attracco manuale. Fedor rimarra’ sulla Iss fino al 6 settembre, poi tornera’ sulla Terra.