“La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”: Chi conosce la bellissima definizione del grande musicista austriaco Gustav Mahler ha compreso subito cos’era, cos’ è stata, ieri la riapertura di Radio SL, prima emittente radiofonica di Adrano che accese i microfoni dentro la chiesa di S. Lucia l’1 agosto del 1976.
I Ragazzi di Santa Lucia e, ovviamente, tutte le voci della radio si sono dati appuntamento ieri mattina a Radio Flash per riaprire – solo per un giorno – la vecchia Radio SL. Sono stati teneri ricordi ma, come dicevamo, non è stato un mieloso amarcord. Merito del migliore tra quei ragazzi, mons. Giuseppe Schillaci, Vescovo di Lamezia Terme. Non è un mistero che proprio la sua nomina a Pastore della Chiesa lametina – il 3 maggio scorso – da parte di Papa Francesco, ha riaperto il cuore dei Ragazzi di S. Lucia di un tempo. “C’era un Vescovo tra i ragazzi di S. Lucia” è la didascalia scelta per la cartolina ricordo dell’evento di ieri.
Ieri mons. Schillaci è stato il protagonista della lunga diretta che conferma la ‘ripartenza’ di una esperienza umana e spirituale. Mons. Schillaci ha parlato di quegli anni indimenticabili e di come, talvolta, gli toccasse fare da ‘tappabuchi’ quando saltava un programma: “Mettevo dischi a ruota libera, e di solito erano brani dei miei autori preferiti”. A proposito della bellezza che può nascondersi dietro una canzone, il Vescovo di Lamezia Terme ha chiesto che venisse trasmessa la canzona “Guarda che non sono io” di Francesco De Gregori, il cui incipit recita: “Guarda che non sono io quello che stai cercando/ Quello che conosce il tempo, e che ti spiega il mondo/ Quello che ti perdona e ti capisce/ Che non ti lascia sola, e che non ti tradisce”.
Versi di una bellissima poesia sono stati donati da Pippo Laudani all’altro ‘Pippo’.
Che da quell’esperienza gemmasse, prima o poi, qualcosa di meraviglioso – com’è stata la nomina a Vescovo di mons. Schillaci – era nei pensieri di Blasco Pignataro, fondatore e tecnico di Radio SL, e di Pinella Nasca, speaker dell’emittente.
Al ritorno di Radio SL ha partecipato, in diretta telefonica, il fondatore e ideatore dell’emittente, Padre Giuseppe Calambrogio. Graditi gli interventi di Aldo Di Primo, ragazzo di Santa Lucia della prima ora, e Massimo Iannicelli, direttore della tv-web ‘Orizzonti lametini’ cui si deve la narrazione dell’esperienza episcopale di mons. Schillaci.
In prima fila il ‘Presidentissimo’ Pierino Ciadamidaro che ha ricordato lo spirito fraterno che accomunava quei ragazzi.
In passerella, sollecitati da Nicola Savoca, sono sfilati anche i conduttori dei programmi. Antonio Cozzo e la moglie Cettina hanno parlato del programma per bambini e dei personaggi inventati per fare divertire gli ascoltatori più piccoli; Salvo Sidoti ha ironizzato sulla popolarità da lui regalata a Kiki Dee, partner di canto di Elton John nel brano da lui utilizzato come sigla “Don’t go breaking my heart”. Turi Liotta ha sottolineato la cura nella scelta delle musiche, Pippo Currao si è soffermato sulle note culturali che tratteggiavano, qui e là, la programmazione.
“Santa Lucia – ha ricordato Rita Neri – era la nostra casa, la bellezza di avere vissuto una esperienza comune è tornata intatta in queste settimane, con la nomina a Vescovo del caro Pippo Schillaci”.
La colonna sonora della nuova Radio SL è stata battezzata dal brano di Gianni Bella ‘Non si può morire dentro’ e dai 45 giri dell’epoca: da ‘Ancora’ tu di Lucio Battisti a ‘If you leave me now’ dei Chicago, solo per ricordare le perle musicali di allora. “Gli ascoltatori ci stanno chiamando perché ci hanno scambiato per Radio Margherita-Solo Musica Italiana – ha ironizzato Enzo Sangrigoli, editore di Radio Flash e brande organizzatore del ritorno di Radio SL.
“Adesso, quei Ragazzi di Santa Lucia che si sono ritrovati grazie a te – ha detto Salvo Italia, rivolto a mons. Schillaci – hanno deciso di fare qualcosa per aiutare gli altri. Vorremmo ‘adottare’ un quartiere periferico della città e aiutare quanti, grandi e piccoli, hanno bisogno di una mano d’aiuto”.
E’ il fuoco che arde ancora, di cui si diceva. Altro che adorazione delle ceneri
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