Adrano, a Santa Lucia i riti religiosi di San Nicolò: la gioia dei fedeli

San Nicolò Politi Adrano

di Salvo Italia

La festività religiosa in onore di San Nicolò Politi del 2019 rimarrà sicuramente scolpita per sempre nella memoria del popolo adranita e passerà alla storia.
L’evento sismico del 6 ottobre 2018 ha determinato la chiusura di diversi luoghi di culto. Prima fra tutti la Chiesa Madre, dedicata a Maria SS. Assunta, retta dal Parroco Padre Salvatore Stimoli. E proprio l’impossibilità di poter accedere e usufruire delle tre ampie navate della Chiesa madre ha obbligato il clero adranita a modificare il tradizionale programma delle celebrazioni liturgiche del Santo concittadino.

I tre giorni dedicati a San Nicolò Politi, dal 2 agosto, giorno della viglia, al 4 agosto, hanno subito uno sconvolgimento dei percorsi processionali e dei luoghi dove celebrare le sante messe.

San Nicolò Politi AdranoQuello che poteva apparire come smarrimento e generare indifferenza e distacco da parte dei devoti per la festività di quest’anno, nel progetto di Dio e della sua provvidenza ha prodotto – al contrario – una ritrovata devozione, religiosamente partecipata e spiritualmente sentita.

Di certo, San Nicolò, dal cielo, avrà avuto uno sguardo benevolo e grato verso tutto il popolo dei devoti che hanno assiepato il 2 e il 3 agosto la Chiesa di Santa Lucia. Scelta dal clero adranita in sostituzione della Chiesa Madre.

San Nicolò, benevolo e grato perché, messi da parte folclore e tradizioni popolari, la città, soprattutto, ha pregato. Sì, si è messa in preghiera, come lui desidera, ambisce e vuole.

“O Dio vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto”. La celebrazione dei Vespri, nella sera del 2 agosto, ha visto un’intera comunità, orante, partecipe e raccolta. Le salmodie cantate, in canto gregoriano, dal Coro vicariale hanno così vibrato nell’aula, a forma ovale, dove un tempo anche le suore benedettine avevano elevato le loro voci in onore di San Nicolò.

Molto toccante ed emozionante è stato il silenzio. Non quello che nasce dalla distrazione della mente ed indifferenza. Ma quello che accompagna e fa da contesto alla preghiera del cuore.

Lo stesso clima si è respirato e vissuto sabato 3 agosto, anche in occasione della Messa pontificale celebrata da mons. Giuseppe Schillaci nostro concittadino, Vescovo di Lamezia Terme.

Una messa, che nel ricordare il sacrificio di Cristo sulla croce, la sua morte e resurrezione, ha dato testimonianza di una chiesa, quella adranita, in comunione e in unità nel nome dell’unico Dio e di San Nicolò Politi.

Padre Nino La Manna, Vicario foraneo della chiesa adranita, nel suo saluto a mons. Schillaci ha rimarcato l’amore e la fedeltà per la Chiesa-sposa del vescovo e di tutto il clero.

Mentre Padre Calambrogio, all’inizio della celebrazione liturgica salutava mons. Schillaci e tutti i presenti con un invito e vocazione di “lasciare fare a Dio”. E infatti il coro ha proposto un vecchio canto che la chiesa di santa Lucia ha visto, un tempo, più volte risuonare “LASCIA FARE A DIO VEDRAI CHE LUI SAPRA’ AIUTARTI – LASCIA FARE A DIO VEDRAI CHE LUI SAPRA’ CAPIRTI”.

Mons. Schillaci, nell’omelia, ha voluto proiettare i presenti a guardare il domani, il futuro. “Attraverso la rinunzia essere veri discepoli di Cristo e suoi testimoni nella vita di tutti i giorni. Nel vissuto e nel quotidiano”.

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