Paternò, il movimento Città Futura critica l’aumento dell’Irpef: “Tradite le promesse elettorali”

Anche il movimento civico “Città Futura”, presieduto dall’avv. Maria Grazia Pannitteri, esprime il proprio dissenso contro la scelta dell’amministrazione Naso di aumentare l’addizionale Irpef.
Le ragioni di tale dissenso sono di carattere politico, ma anche tecnico.
“Non è accettabile – si legge in una nota – che un’amministrazione salita al potere sulla base di una campagna aggressiva, tutta giocata sull’abbassamento dell’addizionale, abbia avuto la sfacciataggine di aumentare l’aliquota, tradendo le proprie promesse elettorali. Promesse che evidentemente avevano il solo scopo di illudere i cittadini.
“Eppure – continua la nota – un modo c’èra per evitare l’aumento dell’addizionale. Bastava attivare una seria politica di contrasto al fenomeno dell’evasione ed al recupero di efficienza dal punto di vista finanziario. Evidentemente questa amministrazione non ha voluto compiere tali scelte, attenta com’è a non urtare la suscettibilità di talune fasce di elettorato”.
Il movimento civico di sinistra critca, inoltre, il ricorso al ‘riequilirio’ nelle modaità adottate.
“Per quanto attiene alle ragioni di carattere tecnico, stupisce come a distanza di pochi giorni dall’approvazione del bilancio di previsione, approvazione avvenuta con i pareri positivi di regolarità contabile, si sia dovuti ricorrere ad una manovra di riequilibrio dei conti. Ora, delle due l’una: o era inattendibile il bilancio approvato, o è stata pretestuosa la motivazione che si è addotta l’altro ieri per racimolare nuove risorse a danno delle tasche dei cittadini.
Duole inoltre osservare come tale provvedimento non risolva per nulla i problemi finanziari del comune essendo solo un vano tentativo di tamponare una situazione che avrebbe invece bisogno di scelte strutturali coraggiose che mettano fine a questa lunga fase di agonia del nostro Comune. Diversamente, la sola strada percorribile sarà quella del dissesto finanziario.
“Chiediamo quindi coraggio, – conclude la nota – ma anche trasparenza. Si dica alla città qual è la reale portata dei residui passivi, quali sono gli importi delle potenziali sentenze negative di prossima emanazione e si studi un serio piano per affrontare tutte le criticità. Senza populismi ed inutili proclami.

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