Un’opera d’arte architettonica, custode di preziose testimonianze del passato, un monumento di fede popolare. La Chiesa Madre, dedicata a Maria Santissima Immacolata, completata nel 1704, a pochi anni dal devastante terremoto del 1693, offre per la prima volta nel periodo estivo, a turisti e cittadini, la visita della torre campanaria, dalla quale si può ammirare uno stupendo panorama a perdita d’occhio. Una opportunità concordata dal sindaco Daniele Motta, dal vice Tony Di Mauro, con monsignor Giovanni Lanzafame, con la collaborazione del Circolo cittadino S. Lucia e Giò Fratres.
Le visite, in piccoli gruppi a causa degli spazi ristretti, saranno consentite dalle 19 alle 21,30, da oggi fino a domenica 4 agosto. L’accesso non prevede un biglietto d’ingresso, ma è senz’altro opportuna una offerta libera. “Le nostre splendide chiese barocche , oltre che patrimonio di devozione, sono veri e propri musei che devono essere valorizzati in quanto tali – ha dichiarato il sindaco Daniele Motta -. Ringrazio monsignor Lanzafame per la disponibilità e la sensibilità con la quale ha concesso questa apertura straordinario della torre campanaria in occasione della ricorrenza del 350° anniversario dell’eruzione dell’Etna e in coincidenza con i giorni dedicati ai Carri di Santa Lucia”. L’assessore alla cultura Tony Di Mauro intende valorizzare la campana, per circa due secoli la più grande della Sicilia, adesso è la seconda, realizzata nel 1815 da mastro Nicolò Caudullo di Militello in Val di Noto. Secondo la leggenda, l’artigiano la notte prima dell’inaugurazione della sua opera scappò, temendo che il suono potesse non essere perfetto. Fuga precipitosa e inutile. I rintocchi sono tuttora armoniosi.