“Un anno fa avevo raccolto la richiesta a proposito della presenza di eventuali documenti negli archivi del Sisde sulla strage di via D’Amelio. Pur non essendo di mia stretta competenza, ho interloquito con le autorita’ competenti e questa e’ la risposta: ci sono 318 documenti legati alla vicenda, messi a disposizione della Commissione Antimafia oltre, ovviamente, alle procure che stanno ancora portando avanti le indagini, prime fra tutte quelle di Palermo e Caltanissetta”. Lo dichiara il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, in occasione del 27esimo anniversario della strage di via D’Amelio.
“Nonostante la direttiva del 22 aprile 2014, disponga la declassifica e il versamento della documentazione delle stragi fino al 1984 (da quella di piazza Fontana fino al Rapido 904) – continua il ministro della Giustizia – alcuni documenti sulla strage di via D’Amelio sono presenti anche nell’Archivio centrale dello Stato, il cui accesso e’ regolato da norme specifiche. Si tratta di attivita’ di acquisizione informativa ad opera del Sisde fra il 1992 e il 1993, con alcuni elementi di analisi e atti di scambio informativo con le forze di polizia. L’intelligence – aggiunge Bonafede – non ha avuto un ruolo nelle indagini ma v’e’ un invito, del 28 luglio 1992, da parte del ministero dell’Interno di allora a Sisde e Sismi, a supportare con ‘il prezioso e insostituibile contributo informativo’ le forze di polizia, affinche’ ‘nel contesto di una attivita’ di intelligence mirata, la linea ferrea delle organizzazioni criminali, che costituiscono la struttura portante dell’impianto mafioso in Sicilia, venga contrastata anche con mezzi e tecniche proprie di codesti servizi’. Il 4 agosto 1992 – conclude – il centro Sisde di Palermo costituisce un gruppo di lavoro coordinato da Bruno Contrada. Tutti documenti acquisiti dall’autorita’ giudiziaria”.