A lezione di ottimismo nell’Anfiteatro di Zafferana Etnea. Docente d’eccellenza è lo psicologo e psicoterapeuta catanese Salvo Noè, autore del best-seller internazionale “Vietato lamentarsi (con prefazione di Papa Francesco) e “Prima di giudicare pensa”. Venerdì 19 luglio, ore 21.00, Noè guiderà l’evento motivazionale aperto al pubblico – l’ingresso è libero – e spiegherà le ragioni per cui conviene sempre scegliere il bicchiere mezzo pieno. Il Corriere Etneo lo ha intervistato:
Vuoi vedere che i non-ottimisti sono gli stessi che amano lamentarsi e tranciano giudizi tossici contro gli altri? Verissimo! I pessimisti cronici si lamentano per tutto e di tutti e poi sparano proiettili verbali tossici contro tutto e tutti.
Ci sono mille ragioni per essere pessimisti. Proviamo, invece, a fare il ragionamento inverso: mi dice un paio di motivi per essere ottimisti?
I motivi sono semplici: perché se si rimani pessimisti, anche se si ha ragione, si ci rovina la vita. Gli ottimisti amano il percorso, sanno che gli imprevisti capitano e che ogni cosa può servire per imparare la lezione del giorno. L’ottimista non è quello che non ha problemi, è quello che li affronta con coraggio e dignità. Quindi conviene ottimizzare la propria vita per farne qualcosa di più. Bisogna fare una distinzione importante: anche il pessimismo serve, perché ci permette di prevedere quello che può andare male e quindi prendere delle precauzioni importanti. Quello che non va bene è il pessimismo cronico, cioè quello che fa vedere tutto negativo senza salvezza. Come è importante non essere ottimisti cronici, cioè quelli che idealizzano positivamente la realtà e non affrontano i problemi concreti. Sia ottimisti che pessimisti contribuiscono alla nostra società. L’ottimista inventa l’aereo e il pessimista il paracadute diceva Gil Stern. Nel mio evento di giorno 19 luglio a Zafferana Etnea, spiegherò le strategie utili per avere un punto di vista sempre a favore della vita.
L’ottimismo si impara o si tratta di uno stato mentale che si deve solo assecondare? L’ottimismo si impara già nei primi anni di vita, attraverso i modelli genitoriali che abbiamo e poi l’ambiente, la scuola, la società fa il resto. Sicuramente noi impariamo più a lamentarci perché la nostra cultura è impregnata di vittimismo e quindi facciamo le cose con spirito di improvvisazione e approssimazione. Questo non ci fa sviluppare né il talenti personali, né le ricchezze architettoniche e ambientali che abbiamo. Un vero peccato. Bisogna cambiare mentalità! Urge un cambiamento che faccia valorizzare le infinite risorse che abbiamo, quindi insegnare l’intelligenza della vita e la bellezza.
Una vecchia pubblicità diceva che l’ottimismo è il profumo della vita. Come cambia la nostra esistenza se ‘pratichiamo’ l’ottimismo?
L’ottimismo ci salva la vita. Un signore, tempo fa, mi diceva: “Dottore, ma l’ottimismo non si mangia” e io ho risposto: “Sì, non si mangia ma ti aiuta a trovare da mangiare”. L’ottimismo innesca fiducia e motivazione, arricchisce di sfumature la vita, rende più emozionale e muscolare il fronteggiamento delle varie vicissitudini che ognuno di noi attraversa. Conviene essere ottimisti, perché – come dice il grande pensatore Daniele L. Reardon – “Nel lungo periodo il pessimista può avere ragione, ma l’ottimista ha un tempo migliore durante il viaggio”.