E’ stata accolta con gioia ieri la notizia della nomina di Don Pietro Strano a parroco della Chiesa di San Pietro di Adrano. A comunicarlo è stato l’Arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, che ieri ha celebrato una messa nella Chiesa del Rosario. Presenti i due parroci che si avvicendano nel ruolo: Padre Nino La Manna, ‘in partenza’ per Catania dove va a ricoprire il ruolo di Rettore del Seminario Arcivescovile, e Padre Pietro Strano, l’uomo di fede e vasta cultura che già ha avuto modo di farsi apprezzare per la sua dedizione spirituale e per il lavoro svolto nella Chiesa di S. Agostino.
Don Pietro sarà il “parroco della ricostruzione”, visto che la chiesa cui le è stata affidata la cura è ancora ‘off limits’ dopo i danni del sisma dello scorso anno.
Ieri Padre Nino La Manna salutato i propri parrocchiani e ha avuto parole di ringraziamento e stima nei confronti dell’Arcivescovo Gristina. (GUARDA IL VIDEO)
Mons. Gristina, dal canto suo, ha augurato buon lavoro a Don Pietro Strano (GUARDA IL VIDEO). Per ciò che riguarda la guida spirituale dell’Oratorio del Rosario, Gristina ha fatto riferimento – per il momento – ad un rapporto di collaborazione tra i due preti.
Intensa e assai commovente la lettera, letta da Pietro Di Guardia, che i parrocchiani hanno voluto dedicare all’Arcivescovo Gristina.
Il Corriere Etneo ve la propone integralmente:
Eccellenza reverendissima, amato padre;
la Sua presenza in mezzo a noi è, come sempre, motivo di grande gioia e segno visibile di quanto la Provvidenza divina sempre soccorre, previene, sostiene e guarisce nei momenti più delicati e sensibili della vita.
Il 3 Maggio scorso l’intera diocesi, che Ella ha la responsabilità di presiedere nella carità, ha accolto con emozione e letizia la nomina di un suo caro figlio, mons. Giuseppe Schillaci, alla guida della diocesi di Lamezia Terme. Particolarmente la comunità di Adrano, come è facile immaginare, è stata attraversata da un tale fremito di gioia, che tutt’oggi permane, e che credo di poter affermare senza tema di smentita poche volte il nostro vicariato aveva mai provato.
Da questa comunità, poi, molto legata a mons. Schillaci, si è ringraziato Dio per il dono ricevuto e si è pregato tanto per lui affinché possa essere pastore innamorato del gregge affidatogli.
Certo sin da subito non è sfuggito a nessuno che tale nomina lasciava scoperta una responsabilità di rilievo che fino a quel momento era stata adempiuta con puntigliosa perizia, dotta conoscenza e amorevole servizio.
Dunque è capitato che nella nostra realtà, in varie occasioni, di bocca in bocca una domanda risuonasse: “Chi mai sarà il successore di don Pippo? Chi sarà il nuovo rettore del seminario ?”
Ovviamente nessuno di noi poteva avere una risposta al quesito, ma molti di noi, anzi, sicuramente ciascuno di noi sapeva in cuor suo che un nome era possibile, anzi, probabile più di ogni altro.
Ognuno di noi, di certo, nel suo intimo ha visto scontrarsi il desiderio che quel nome non fosse quello ipotizzato, per evitare così le conseguenze che tale evenienza avrebbe comportato, e la certezza, invece, che proprio quel nome fosse la soluzione più ovvia e la più ispirata.
Il comunicato che, il 22 di Giugno, Ella, Eccellenza, ha diramato e che è divinamente ispirato contiene quel nome ed è quello del nostro caro e amato don Antonino La Manna.
Non sarà più parroco di S.Pietro , non sarà più rettore di questo Oratorio, ma reggerà il Seminario Arcivescovile.
Eccellenza, come figli davanti al padre non possiamo nascondere le nostre lacrime per questo distacco, né avrebbe senso farlo perché ai suoi occhi attenti, come solo quelli di un padre sanno essere, non ne sfuggirebbe neppure una.
Lo sappiamo, la nostra misera umanità corre il rischio di trasformare la Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, che è cattolica e che traffica i suoi talenti per accrescerne il numero e apparire bella e laboriosa agli occhi del suo Signore, in una chiesa a “dimensione locale”, fatta anche di buoni sentimenti ma limitata, asfittica e rachitica, confinata nello spazio di qualche metro quadrato o di qualche quartiere e che preferisce, invece, scavare una buca per nascondervi il proprio talento.
Ma quell’ “eccomi” stentoreo pronunziato dal nostro amato padre Nino come ennesimo insegnamento ai suoi parrocchiani e ai suoi ragazzi ci ha mostrato, invece, che, sì, siamo misera umanità ma impastata con l’acqua del battesimo e quindi “capaci” di Dio e da Dio chiamati a essere lavoratori infaticabili nella sterminata vigna del Signore e che troppo poco è il tempo che abbiamo a disposizione per non farlo oggi e subito.
La quotidianità di ciascuno di noi, con le gioie, le sofferenze, con i momenti più lieti e quelli più tristi è stata accompagnata dalla presenza discreta e carica di amore che questo uomo benedetto da Dio ha saputo donarci di cuore, e certo ci mancherà. E anche noi, nonostante i nostri limiti e i nostri difetti, gli mancheremo.
Nel portare avanti il compito che Ella, Eccellenza, gli ha affidato in precedenza e’ stato formatore autentico di giovani con la schiena dritta, innamorati di Dio e del prossimo come è lunga tradizione di questo Oratorio.
E’ stato assiduo nella preghiera e immagine autentica di Colui che accoglie e perdona nel segreto della confessione, come ha imparato in parrocchia dal suo amato precettore.
Ha saputo versare olio e vino sulle ferite che la vita ha riservato a tanti nostri fratelli che in lui hanno trovato un buon samaritano sulla loro strada.
Ha accompagnato i giovani fidanzati a muovere i primi passi da novelli sposi con la delicatezza e l’attenzione con cui una madre accompagna i primi passi del suo bambino.
Ha rivestito con la corazza della parola di Dio le famiglie perché non fossero preda delle mode subdole e ingannatrici che l’oggi propone.
Ha pianto per i figli che, purtroppo, non ci sono più o per quelli che si sono perduti perché hanno scelto altre strade e ha saputo trasformare quelle lacrime in invocazione orante al Dio della vita.
Non c’è stato un solo bimbo che non abbia ricevuto una sua carezza e un suo bacio e che non sia stato folgorato dalla naturalezza e dalla tenerezza di quel gesto.
Gli occhi di quanti, quest’oggi, affollano quest’aula benedetta dalla presenza del Signore Le dicono, Eccellenza, che quanto è stato appena detto non è un esercizio retorico, né sono parole di circostanza ma quello che ciascuno di noi ha vissuto in questi anni.
Siamo sicuri, poi, Eccellenza, che anche Ella ha potuto in tante circostanze e in questa in particolare, sperimentare quanto profonda e verace sia la fede e l’amore che padre Nino nutre in Dio e di riflesso in Lei che è il Suo vicario.
“Perinde ac cadaver” ama spesso ripetere, ricordando il motto gesuitico, e come buon maestro ancora oggi ci mostra come fare, come un cadavere abbandonato alla volontà di Dio nonostante le lacerazioni del cuore e il dolore che esse provocano.
Coraggio amato Nino, ti chiamano, alzati non indugiare. E’ di nuovo il tempo della semina, bisogna innestare nuove piante, bisogna zappare ancora, c’è bisogno che il tuo sudore bagni ancora la terra della vigna divina. Non ti spaventi il peso della fatica, non ti preoccupi il timore dell’insuccesso, ti accompagna la preghiera dei tuoi figli e il pastorale del tuo vescovo è sempre pronto a offrirti un appiglio sicuro a cui aggrapparti e , soprattutto, ti accompagna, Dio giorno per giorno e sarà Lui a offrirti ristoro col baciarti la fronte e con il sussurrarti all’orecchio “Vieni servo buono e fedele prendi parte alla gioia del tuo padrone.”
Con gioia accogliamo il nuovo parroco. Da subito gli promettiamo obbedienza e come figli ci affidiamo alle sue mani e gli offriamo la nostra fattiva collaborazione. Tante sono le cose da fare a cominciare dalla sistemazione della nostra amata chiesa. Lo Spirito Santo lo accompagni, sia pastore secondo il cuore di Dio, maestro a imitazione dell’unico maestro che è Gesù Cristo, sia paziente e premuroso verso la sua sposa e per lei sia pronto a dare la vita. Abbia a cuore le nostre famiglie, i nostri ragazzi, i nostri anziani e soprattutto gli ammalati. Percorra le nostre strade, vi troverà gente semplice, a volte anche rude, che le vorrà bene e che sarà pronta a gioire quando andrà a trovarla. Affidiamo la sua persona, che ci è già cara, alla premurosa attenzione del nostro protettore S. Pietro e di Maria nostra madre. Fissi su di loro il suo sguardo e troverà i modelli da imitare. Coraggio don Pietro ci benedica come padre.
Grazie Eccellenza.