Con una lunga considerazione espressa sul proprio profilo social, il consigliere comunale adranita Federico Floresta interviene sulle anticipazioni giornalistiche apparse oggi sul quotidiano Live Sicilia che riguardano l’inchiesta che lo vede coinvolto. Floresta – lo ricordiamo – è indagato dalla Procura di Catania assieme ad altre 13 persone – tra cui la consigliera Maria Grazia Ingrassia e il marito di quest’ultima – per corruzione elettorale. Con la chiusura delle indagini è caduta l’aggravante mafiosa. Nell’articolo apparso oggi su Live Sicilia si dà conto delle intercettazioni sul conto di Floresta che, parlando con la propria fidanzata dopo avere appreso di una indagine della Polizia, fa riferimento ad un altro consigliere supervotato: “…però devo dire c’era Perni… siccome quelli sono malavita… quelli hanno una squadra che sono 30 e cercano tutti i 30 ma accaniti tra di loro che sono le cosche… quelli che domandano il pizzo… quelli che spacciano… quindi sono tutti gruppetti… di gruppetti… di gruppetti… capito e poi esce anche i soldi”. Nel colloquio intercettato si parla anche di un altro consigliere “…che regalava le cose in farmacia”. Non sapendo di essere ascoltato dai magistrati, Floresta parla del sistema che lo ha portato ad avere un numero elevato di voti (578) e lo confronta – per così dire – con la campagna elettorale precedente nella quale ottenne 200 voti senza essere eletto per 11 voti: “Lì ho capito la lezione” spiega in una intercettazione.
Oggi, come dicevamo, Floresta è tornato sulla vicenda che lo riguarda per dire che sente aria di complotto di natura politica. “Inizio ad essere certo che dietro la vicenda giudiziaria che mi riguarda (insieme alla consigliera Ingrassia), vicenda che tra l’altro ancora è nella fase delle indagini, ci siano altri interessi posti in essere da pseudo soggetti politici che continuano a buttare benzina sul fuoco per ottenere un qualcosa. Tutto questo coadiuvati da una certa stampa collusa…che quasi vorrebbe sostituirsi alla Magistratura. Tale stampa continua a pubblicare articoli (pur non essendoci novità processuali) dedicandomi un’anomala attenzione che non ha dedicato neanche ai deputati regionali non indagati ma imputati.
“Ho evitato accuratamente in questi giorni di pronunciarmi sulla vicenda – spiega Floresta – perché penso che il tutto debba fare il suo percorso nelle sede opportune. Purtroppo vedo invece che qualcuno sta cercando di organizzarsi per ottenere vantaggi politici da tutto questo, e poco gli importa se alla fine sono colpevole o innocente”.
Floresta ribadisce la propria fiducia nella magistratura e sottolinea che “…anche la lettura del carteggio, alla fine, prova la totale insussistenza dei fatti. Per condannare una persona ci vogliono prove, che devono essere inconfutabili…non supposizioni fantasiose! Troppo facilmente si era parlato di mafia, e troppo facilmente è stata rimossa. C’è palesemente gente che gioca con la vita altrui”.
Infine, il consigliere adranita indagato fa un riferimento ad alcuni consiglieri tirati in ballo nella vicenda proprio grazie alle sue dichiarazioni ‘rubate’: “Mi dispiace immensamente che qualcuno abbia voluto coinvolgere in tutta questa meschinità anche altri consiglieri che non solo stimo ma li ritengo i più validi dell’intero consiglio comunale”.