Continuano i controlli della Polizia Ferroviaria per il contrasto del traffico illecito di metalli e, in particolare, del rame. Questa volta a cadere nelle maglie dei controlli è stato A.G., catanese trentanovenne, che è stato sorpreso dagli agenti alla guida di un furgone carico di rame.
Gli uomini della Polizia di Stato, che da settimane tengono sotto controllo i principali siti di stoccaggio e gestione di rifiuti, nel transitare per Contrada Torre Allegra – Zona Industriale di Catania, dove insistono parecchie ditte di settore, hanno notato il carico sospetto, mentre usciva dal capannone di un’azienda.
Il conducente, risultato essere anche il titolare della ditta, alle domande degli investigatori sulla provenienza e la destinazione della merce trasportata si è rifiutato di rispondere e non ha neanche esibito il previsto formulario di identificazione dei rifiuti trasportati. La ditta, alla quale è stato esteso il controllo, è risultata solo parzialmente in regola con la normativa in materia.
La Polizia di Stato ha, quindi, sottoposto a sequestro l’intera area aziendale sulla quale sono stati ritrovati 1040 kg di cavi di rame gommato, 157 batterie di auto esauste, 2 grosse sacche contenenti catalizzatori di autovetture, 2 carcasse di auto e un cumulo non ancora quantificato di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di vario tipo.
Anche il furgone e tutto il suo carico, quantificato in 780 Kg di cavi di rame la cui guaina in gomma era stata eliminata mediante combustione, è stato sequestrato. E proprio il fatto che i cavi si presentassero bruciati è stato il segno caratteristico ha fatto presupporre la provenienza illecita del prezioso metallo: i malviventi, infatti, sono usi disciogliere la guaina che avvolge e protegge i cavi in rame per dissimularne la provenienza, per poi riciclarli illegalmente nella filiera della trasformazione.
I cavi di rame, infatti, sulla parte gommata, oltre a fornire informazioni tecniche, contengono sigle che conducono inequivocabilmente alla loro proprietà in quanto, ciascuna azienda che li ha in uso utilizza diverse tipologie di cavi, a seconda della destinazione.
L’imprenditore, quindi, dovrà rispondere dinanzi all’Autorità Giudiziaria del reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
Inoltre, le indagini della Polfer proseguono per appurare se si possano configurare ulteriori reati relativi alla provenienza, che si sospetta illecita, del rame trasportato sul furgone, sì da assicurare alla giustizia tutti coloro che concorrono ad alimentare tale illecita filiera. Parallelamente, si sta procedendo anche, tramite i tecnici di aziende quali Telecom, Enel e Ferrovie al riconoscimento del cavo ancora gommato trovato all’interno dell’azienda, confrontandone i dati con le denunce pervenute da queste negli ultimi mesi.
Il rame sequestrato, al mercato nero, avrebbe avuto un valore di circa 7500 Euro, una cifra di gran lunga inferiore rispetto al danno economico subito dalle aziende depredate e incomparabile ai disagi e ai pericolosi disservizi (specie in ambito di circolazione ferroviaria) derivanti dai furti.
La Polizia Ferroviaria dall’inizio dell’anno ha raccolto 41 denunce per furti di rame in ambito ferroviario, ha arrestato 3 persone per furto di rame e ne ha denunciate altre 3.