In queste ore Paternò brucia. Brucia quella parte della città che conserva la storia della città, un tesoro che andrebbe riportato alla luce. Sono ore concitate, prima la collina di san marco, ieri sera l’acropoli nel versante est, oggi il versante ovest. In un territorio potenzialmente a rischio incendio per l’incuria e l’abbandono di molti terreni, gli incendi in queste ore si sono concentrati su alcune aree archeologiche importanti della città, a pensare male si fa presto, purtroppo.
E’ Francesco Finocchiaro dell’Associazione Archeoclub “Ibla-Major” di Paternò a lanciare l’allarme; ecco una nota inviata alla nostra redazione.
La notizia è che alcune parti di questo territorio stanno andando a fuoco. La notizia è che gli incendi – forse – sono dolosi. La notizia è che tutto avviene nelle aree di interesse archeologico della città. La notizia è che tutto avviene nel più assoluto silenzio. Nessuna reazione, nessun intervento. E’ solo l’ennesimo incendio, in una terra che brucia (da sola).
La cosa migliore è girarsi dall’altro lato, far finta di niente. Tutto quello “slancio” civico che viene celebrato e sbandierato ovunque, si è perso. Volatilizzato. Scomparsi i comitati, le associazioni, le aggregazioni, la apolitica, ecc. Qualche domanda. La protezione civile comunale? La necessità di riunire un tavolo tecnico con le associazioni di settore? Una manifestazione di condanna verso questi piromani archeologi? No. Non è necessario. Superficialità, indifferenza, cinismo, complicità, incompetenza, ignoranza, convenienza? Rimangono tante domande irrisolte. In effetti c’è solo da aspettare: il lavoro dei Vigili del Fuoco, che si fanno in quattro per spegnere il fuoco amico, perché la terra brucia dove serve, sull’acropoli.