I carabinieri del Ros, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, hanno disarticolato il clan mafioso “Fragalà”, operante nell’area metropolitana romana e in particolare nei comuni di Ardea, Pomezia e Torvajanica.
Eseguiti numerosi arresti e perquisizioni in provincia di Roma e Catania. Secondo gli investigatori, il clan aveva determinato “un pesante clima di intimidazione ai danni di commercianti e imprenditori locali, costretti a subire estorsioni attraverso attentanti dinamitardi e minacce”. Ricostruito anche un consistente traffico di cocaina, marijuana e hashish, sostanze importate dalla Colombia e dalla Spagna grazie ad alleanze con gruppi criminali camorristici e siciliani. Nel corso delle indagini oltre a sequestri di partite di droga e armi da fuoco, è stato sventato un sequestro di persona, liberando l’ostaggio e arrestando gli 8 responsabili. Rinvenuta e sequestrata anche una formula manoscritta di affiliazione mafiosa. I dettagli dell’operazione, denominata “Equilibri”, saranno illustrati in una conferenza stampa fissata per le 11.00 presso il Comando provinciale Carabinieri di Roma alla presenza del procuratore facente funzioni della Repubblica di Roma, Michele Prestipino Giarritta, e del comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto.
LA FORMULA DI AFFILIAZIONE MAFIOSA
“Ne ho passato mura e muraglia a ogni passo ne scioglievo una maglia”: comincia così la formula di affiliazione al clan Fragala’, disarticolato dai Carabinieri del Ros con numerosi arresti tra Roma e Catania. Il testo, scritto a stampatello su un foglio a righe, contiene numerosi errori di ortografia. “3 cavaglieri di battaglia – si legge – dell’anno 1777 dalla Spagna si imbarcavano e in Sicilia si incontrarono, proseguirono per la Calabria e si riunivano, proseguirono per Napoli e si riunivano e si sparpagliarono, ma un bel giorno del 1973 sette cavaglieri di mafia si riunivano nella fortezza a Catania, fecero un giuramento di sangue e lo depositarono in una damigianella fina e finissima e lo nascosero nella fortezza, guai chi lo scoprirà, da una a sette coltellate alla schiena verrà colpito, battezzo questo locale come lo battezza Salvatore Fragala’, ‘La Scimmia’.
Se loro lo battezzano con fiori, catene, camicia di forza e ferri – prosegue la formula alzo gli occhi al cielo vedo una stella volare con parola d’omertà”. Si passa poi “alla prima e seconda votazione sull’amico. Se prima lo conoscevo come giovane onorato da oggi in poi lo conosco come picciotto e mafioso, giura di dividere centesimo per millesimo a questa società e guai se porterà infamità, sarà a discarico della società e a carico del compare, a questo punto faccio il giuramento di sangue, bacio la fronte a tutti i componenti di cui sono presenti a tavola, ci devono essere un fazzoletto di seta annodato un coltello e l’immaggine di San Michele Arcangelo e si fa’ presente che un nuovo mafioso è tra noi e si lavora”.