Dopo il voto alle Europee, mutano gli equilibri tra i partiti di centrodestra in Sicilia.
Con effetti che potrebbero determinarsi a breve anche sul governo regionale presieduto da Nello Musumeci. L’area centrista e moderata, da tempo egemone, si ferma al 17% di Forza Italia, dove sono confluiti i voti di Udc, Mpa, Cantiere Popolare, Idea Sicilia, Sicilia Futura e Sicilia Vera. La compagine sovranista, composta da Lega e FdI, supera il 28% dei consensi.
Quest’area, che in qualche modo ricomprende lo stesso presidente della Regione, sembra pronta a chiedere spazio nell’esecutivo, nel quale i moderati hanno sei assessori; non ne ha, invece, la Lega, pur forte oggi di un 20,77% di consensi, che si sommano al 7,62 della formazione di Giorgia Meloni. Così, è iniziato il pressing sull’inquilino di Palazzo d’Orleans che in passato ha respinto le avances del Movimento cinque stelle, prima forza in Sicilia, favorevole a un patto per le riforme subordinato all’addio dello stesso Musumeci agli alleati. Il fronte sovranista potrebbe, a questo punto, avere un riscontro migliore in fase di rimpasto.
Per la deputata nazionale di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, del resto, “il dato siciliano dimostra come siano drasticamente cambiati dopo vent’anni gli equilibri tra i partiti di centrodestra. Tutto questo, evidentemente, non potrà che avere delle ripercussioni sui rapporti di forza nel centrodestra in Sicilia”. Lo dice chiaramente anche il responsabile Enti locali della Lega in Sicilia, Fabio Cantarella, il quale chiede che “nel centrodestra adesso ci sia più rispetto per la seconda forza politica nell’Isola e il suo leader, e soprattutto per i siciliani che l’hanno premiata”.
Il governatore opta al momento per una interpretazione più ‘laica’: “La Sicilia conferma la sua fiducia largamente maggioritaria alle forze del centrodestra, le stesse con le quali, 18 mesi fa, abbiamo avviato una stagione di successi partendo dalla nostra Isola”. Si vedrà.
