Cannes, Bellocchio trionfa con il film su Buscetta: “Masino aveva una teatralità che mi ha affascinato”

“Buscetta non era un eroe, era un uomo coraggioso che voleva salvare la propria vita, la vita della sua famiglia e, in qualche modo, era un conservatore perché aveva nostalgia di una mafia che lo aveva battezzato, lo aveva cresciuto”. Lo ha detto Marco Bellocchio presentando questa mattina in conferenza stampa a Cannes il suo film ‘Il traditore’, unica pellicola italiana in concorso di questa 72esima edizione, da ieri nelle sale cinematografiche italiane in 350 copie.
“Buscetta non fa parte dei traditori rivoluzionari che tradendo il loro passato vogliono cambiare il mondo – ha spiegato il regista – non e’ come Lenin, Castro o Che Guevara che erano in qualche modo dei traditori. Io stesso, quando ho aderito inopinatamente al maoismo, ero un traditore della mia educazione cattolica, ho tradito mia madre”.
Bellocchio per realizzare il suo film non ha pensato alle tante pellicole sulla mafia fatte in passato. “Abbiamo visto tanti capolavori sulla mafia, non solo ‘Il padrino’, ma anche italiani – ha spiegato – e il rischio era di dire: ‘io voglio fare una cosa diversa’. Questo e’ un errore. Noi ci siamo riconosciuti questa liberta’, con gli artisti con cui ho lavorato, nella speranza di andare per la nostra strada senza aver paura di fare o non fare quello che era gia’ stato fatto”.
“Sono affascinato da un personaggio, ma non per la sua ambiguita’ – ha detto ancora il regista piacentino – non a caso tutti coloro che l’avevano conosciuto lo consideravano un uomo dal carattere forte, ignorante ma che non aveva il complesso della propria ignoranza. Un uomo orgoglioso, che aveva un principio umanamente anche nobile, di non voler morire, di non voler essere ucciso, di voler sopravvivere non per un ideale, non per rivoluzionare questa societa’. Aveva una grande teatralita’ – ha spiegato Bellocchio – e questa si e’ evidenziata nel maxi-processo ed e’ cio’ che piu’ mi ha affascinato in Buscetta”.
‘Il traditore’ e’ un film di vendette e tradimenti (tradire per Buscetta e’ una scelta molto dolorosa che pero’ e’ anche un rifiuto di un certo tipo di mafia che ha fatto scelte che non condivide”, ha detto il regista), che racconta l’arresto in Brasile, l’estradizione in Italia, il rapporto con Giovanni Falcone e il maxi-processo alla mafia. Poi la strage di Capaci e le rivelazioni su Andreotti. Un Tommaso Buscetta inedito, interpretato da Pierfrancesco Favino che lo tratteggia come un uomo d’onore che si riconosce in valori che vanno al di la’ del potere, del controllo, del denaro.
Alla proiezione di ieri sera a Cannes il film e’ stato salutato alla fine da 12 minuti di applausi, per Bellocchio, per Favino e anche per il resto del cast che comprende Maria Fernanda Candido (Cristina, terza moglie del boss), Fabrizio Ferracane (il cassiere della mafia, Pippo Calo’), Luigi Lo Cascio (Totuccio Contorno, altro collaboratore di giustizia), e Fausto Russo Alesi (Giovanni Falcone).

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