Catania, Polizia arresta 2 persone per sfruttamento della prostituzione: 700 euro a settimana per gli appartamenti privati (VIDEO)

La Polizia di Stato, su delega della Procura distrettuale di Catania, ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare, emessa il 30 aprile scorso dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di n. 2 soggetti. Sono stati arrestati: L.A.M., 65 anni, e F.A., 46, entrambi incensurati. Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravato e di esercizio di case di prostituzione, nonché al sequestro preventivo di tre immobili ubicati a Catania nel centro del capoluogo etneo.
Il provvedimento restrittivo in argomento accoglie gli esiti di un’articolata attività investigativa di tipo tecnico e tradizionale, condotta dagli investigatori della Sezione 2^ Criminalità Straniera e Prostituzione, avviata a seguito di una segnalazione giunta presso la Sala Operativa della Questura di Catania avente ad oggetto l’esercizio di meretricio presso un’abitazione privata sita nel centro del capoluogo etneo.
L’attività tecnica consentiva di appurare che la L.A.M., in concorso con F.A., che svolgeva il ruolo di mediatore, aveva creato un sistema di prostituzione indoor, subaffittando appartamenti, ubicati nel comune di Catania, a meretrici straniere, che si alternavano con cadenza settimanale. I predetti sub locavano, ad un canone maggiorato rispetto ai valori di mercato, immobili adibiti a case di prostituzione per giovani donne di diverse nazionalità, favorendo e sfruttando la prostituzione delle suddette, nonché fornendo prestazioni accessorie ed agevolando così lo svolgimento di tale attività.
In particolare, la L.A.M., nella qualità di conduttrice degli appartamenti sopra indicati, concedeva in sublocazione i suddetti locali a donne, per lo più straniere, pretendendo il pagamento di un canone settimanale di 500 euro e di 700 euro, a seconda che si trattava di una ragazza o di una coppia di donne, affinché ivi esercitassero anche contemporaneamente l’attività di prostituzione, mentre F.A. procacciava le donne, curandone materialmente la sistemazione presso gli appartamenti, effettuando il c.d. check in, la riscossione dei canoni di locazione ed occupandosi, insieme alla co-indagata, del rifornimento continuo di biancheria e della costante pulizia dei locali. Tra le mansioni spettanti a F.A., che percepiva per le attività svolte una percentuale dei canoni di locazione pagati dalle donne per la disponibilità dei locali, vi era il controllo costante del comportamento tenuto dalle “ospiti” per assicurare quanta più riservatezza possibile presso i condomini e garantire le condizioni migliori per esercitare l’attività di meretricio.
Durante la fase dell’esecuzione della misura, in due dei tre appartamenti erano presenti tre donne ed un uomo, di nazionalità colombiana e della Repubblica di Santo Domingo, esercitanti il meretricio, ed un cliente.
Espletate le formalità di rito i due destinatari della misura in parola sono stati rinchiusi nella casa circondariale di Piazza Lanza. I tre appartamenti sopra indicati posti sotto sequestro preventivo ed affidati in custodia giudiziale ai rispettivi proprietari.

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