Sul piano di lottizzazione “Spinella + altri” l’opposizione prepara una dura resistenza in consiglio comunale. Nei giorni scorsi i consiglieri comunali di Udc e Lega hanno protocollato una lettera indirizzata al sindaco, al Segretario generale, al Commissario del Prg e al presidente del Consiglio comunale. Il documento contiene una serie di deduzioni e puntualizzazioni sui quali ciascuno degli interpellati è chiamato a dare il proprio parere. Il piano di lottizzazione sarà discusso in tempi brevi dall’assemblea cittadina.
Il primo rilievo riguarda l’arco temporale entro il quale il piano particolareggiato (entro il quale ricade l’area del piano di lottizzazione) deve essere attuato assieme alle relative espropriazioni e cioè 10 anni. Nelle deduzioni, i consiglieri di Udc e Lega sottolineano come, decorso tale termine, “il Piano particolareggiato diventa inefficace per la parte in cui non abbia avuto attuazione”.
Il piano particolareggiato del comune di Adrano e per esso le prescrizioni esecutive – si legge nel documento – non hanno avuto alcun processo attuativo, rimanendo del tutto inattuate. Non risulta che la VI Commissione Consiliare abbia effettuato una valutazione in questa direzione, cioè in merito all’esistenza di un “interesse improcrastinabile dell’Amministrazione di dotare le aree di infrastrutture e servizi”, tenuto conto che lo stato dei luoghi, laddove dovrebbero sorgere gli edifici previsti nel citato piano di lottizzazione, risulta completamente privo di opere d’urbanizzazione ed il piano particolareggiato non ha avuto nessuna attuazione”.
Secondo i ricorrenti la lottizzazione è possibile solo nelle zone omogenee non interessate da pianificazione attuativa. Si fa poi riferimento al Piano paesaggistico adottato dal Comune di Adrano e agli ambiti di tutela in esso contenuti. L’area del piano di lottizzazione – si legge nel documento – rientra nell’ambito di tutela 1 del piano paesaggistico. I proprietari di immobili e aree di interesse paesaggistico – si sottolinea – “non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione”.
Il Piano – concludono i consiglieri comunali – deve quindi essere necessariamente sottoposto alla prescritta autorizzazione della competente Soprintendenza ai beni culturali.