Fiume Simeto, bracconieri sorpresi dalle guardie ittiche a pescare 500 chili di carpe: denunciati 4 rumeni

Carpe e Anguille nel mirino dei bracconieri a ponte barca a Paternò lungo il fiume Simeto. Dopo varie segnalazioni alle guardie ittiche della Fipsas, questa mattina è scattato il blitz in collaborazione con lal Polizia provinciale del Città Metropolitana di Catania. A essere identificati 4 uomini di nazionalità rumena, armati di una rete gigante e di vari mattavelli già posizionati per la cattura delle anguille.
I quattro avevano già pescato illegalmente 500 chili di carpe, posizionate nelle cassette di plastica comunemente usate per la raccolta delle arance.
Circa 450 chili di carpe sono state salvate e rimesse in libertà nel fiume Simeto. Per altri esemplari, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.
Il materiale è stato sequestrato dalla Polizia provinciale della Città Metropolitana di Catania. I 4 bracconieri sono stati segnalati alle autorità competenti per pesca abusiva.
Il presidente della Fipsas di Catania Salvo Signorello esprime grande soddisfazione per il lavoro svolto dai propri uomini e dalla Polizia provinciale.
Al Corriere Etneo Signorello racconta che lo scorso 11 aprile la Città Metropolitana di Catania ha approvato il regolamento che disciplina l’attività ittica nel nostro territorio. “Siamo solo all’inizio di un’intensa attività di repressione con il bracconaggio nelle acque del Simeto, – spiega – inoltre, il pesce pescato illegalmente finisce per essere venduto al mercato nero dei rumeni a Vittoria, in provincia di Ragusa, ad un euro al pezzo”.

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1 Comments

  1. esistono casi simili in quel del delta del Po che nonostante le denunce e i sequestri i fatti si ripetono . hanno avuto invece successo i sequestri delle automobili e camioncini usati per il trasporto tanto che coloro che hanno avuto tali sequestri hanno desistito .Quindi la tipologia palermitana è alla prima fase per cui il problema si ripeterà
    Pat

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