Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Luigi Barone, ha concesso gli arresti domiciliari a Marcello Merlo e Giovanni Carciotto, arrestati il 12 febbraio scorso nell’ambito dell’operazione “Città blindata” che ha decapitato nel territorio di Biancavilla il clan Tomasello-Mazzaglia-Toscano.
Marcello Merlo, 58 anni, è stato sindaco di Biancavilla negli anni ’90.
A Marcello Merlo – difeso dagli avvocati Fabrizio Siracusano e Giuseppe Furnari – i magistrati contestano l’appartenenza all’associazione mafiosa dall’ottobre del 2016 a maggio del 2017. Nell’inchiesta della Procura di Catania Merlo è coinvolto assieme al fratello Massimo. Sono state proprio le intercettazioni ambientali effettuate durante i colloqui in carcere a dare ai magistrati la prova che l’ex sindaco di Biancavilla Marcello Merlo aveva un ruolo ben preciso nell’organizzazione. Tutte le volte che Marcello Merlo va a trovare in carcere il fratello Massimo – detenuto dal 28 novembre 2016 per l’omicidio dell’adranita Maurizio Maccarrone – i colloqui tra i due vengono registrati. “Dalle registrazioni – scrivono i magistrati – emergeva che Marcello Merlo non soltanto fungeva da messaggero di quest’ultimo, ma si occupava in prima persona di detenere le armi del gruppo e di gestire la contabilità relativa a taluni fatti illeciti”.
Giovanni Carciotto, 34 anni, – difeso dall’avvocato Francesco Messina -è accusato di avere venduto imprecisati quantitativi di sostanza stupefacente tipo cocaina a esponenti dell’organizzazione, con l’aggravante del 416 bis per aver commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell’associazione mafiosa di appartenenza, articolazione territoriale del clan “Santapaola-Ercolano”.
Carciotto sconterà i domiciliari nell’abitazione di Regalbuto. Merlo, invece, a Biancavilla.