“Metti che il Comune di Adrano vada in dissesto, che fine faremo noi precari?”.
Sono in tanti, tra i 108 dipendenti del Comune ancora a tempo determinato, a porsi questa domanda allarmati dalla lentezza da bradipo dell’amministrazione che impiega giorni-settimane-mesi prima di porre un punto fermo sulla questione.
Con i nuvoloni del dissesto finanziario che si addensano ll’orizzonte, 108 precari aspettano col fiato sospeso che l’amministrazione perfezioni gli atti e chiuda una volta per sempre la questione stabilizzazione.
Si porta ad esempio il caso del Comune di Piazza Armerina dove nel giro di una decina di giorni sono stati varati gli atti necessari e la pratica è stata chiusa.
Ad Adrano no, c’è bisogno della ‘suspense’ nemmeno si trattasse di un film thriller. Si aspetta l’approvazione della delibera che riguarda il fabbisogno del personale e poi una ulteriore delibera che fissi i criteri per la procedura. La linea sulle stabilizzazioni dei precari la detta il comma 1 della legge Madia secondo il quale non è necessario sottoporre il personale da stabilizzare a prove concorsuali.
Servono due delibere in successione per poi trasferire l’incartamento a Roma che darà il via libera definitivo. Ebbene, tutto è ancora in alto mare e ai precari sono venuti i sudori freddi quando, qualche giorno fa, durante una seduta consiliare, è stato approvato un documento per fare chiarezza sulla condotta da tenere con la Corte dei Conti-Mani di Forbice che chiede di tagliare costi e razionalizzare la spesa. Il documento si concludeva con una domanda mozzafiato dei consiglieri: “In caso di dichiarazione di dissesto si possono stabilizzare i precari?”.
Se il Comune andasse in ‘default’ (siamo in pre-dissesto, non è un’ipotesi da uccello di malaugurio) il pattuglione di precari finirebbe nel cimitero degli elefanti della Resais, la società della Regione Siciliana.
Il paradosso è che, nonostante si tratta di difendere un sacrosanto diritto, i precari hanno paura di inasprire i toni e scendere sul piede di guerra, frammentati come sono in varie fazioni. La maggior parte di loro teme una risposta dura dell’amministrazione, nella qualità di ‘padrone del vapore’.
L’amministrazione, dal canto suo, sull’argomento non apre bocca se non per dire che tutto è a posto e tutto procede bene, salvo poi rimandare di mese in mese. La Segretaria generale aveva assicurato ai sindacati che entro il 25 marzo scorso si sarebbe proceduto all’approvazione della delibera. La data non è stata rispettata. Nel frattempo il Comune si svuota di dipendenti. Complessivamente sono circa 250 (compresi i 108 precari). Entro il 2019, tra pensionamenti e ‘quota 100’ una ventina di loro andranno in quiescenza. Interi settori resteranno nella totale gestione dei precari. Loro aspettano la stabilizzazione dai tempi infiniti.