Paternò, interrogazione della Lega al Ministro di Giustizia sul suicidio assistito dell’insegnante

Una interrogazione al Ministro della Giustizia per fare chiarezza sulla vicenda del suicidio assistito dell’insegnante di Paternò.

La presenteranno nei prossimi giorni i vicecapogruppo della Lega alla Camera, Alessandro Pagano e Dimitri Coin.
“Ci stiamo lavorando – spiega al Corriere Etneo Pagano, parlamentare siciliano – la vicenda di Paternò presenta tante opacità che non possiamo non tenerne conto”.
L’insegnante di 47 anni si è sottoposta al suicidio assistito nella clinica ‘Dignitas’ di Forch, in Svizzera, nonostante non fosse una malata terminale ma soltanto depressa. Partendo dal caso di Alessandra Giordano, gli esponenti della Lega si soffermeranno sul pronunciamento della Corte Costituzionale nella delicata questione che regola l’eutanasia.
“La Corte Costituzionale – argomenta l’on. Alessandro Pagano – dice sostanzialmente 2 cose. Primo: bisogna regolare la materia, visto che c’è una nuova sensibilità. Non si può regolare la materia se non esiste una rete di cure palliative messe a disposizione dei pazienti che in questo momento è assolutamente carente. La Legge 38 del 2010 non ha mai trovato applicazione. Questa legge prevedeva che l’Italia si dotasse di infrastrutture e di competenze professionali capaci di venire incontro alle esigenze di un malato che è in gravi difficoltà sotto il profilo del dolore e della fragilità psicologica. La persona malata di tumore oppure affetto da malattia degenerativa si trova spesso ad affrontare delle difficoltà con cure costosissime e senza un supporto tecnico sanitario adeguato. La Legge 38 fu fatta per venire incontro a tutto ciò, una legge votata all’unanimità ma che non ha trovato applicazione. Questo induce la Corte Costituzionale a intervenire. Ed è ciò che faremo emergere nella nostra interrogazione”.
L’altro aspetto, rilevato dalla Consulta, è quello che attiene alla punibilità di chi favorisce o induce il suicidio assistito.
“E lì – prosegue l’on. Pagano – bisogna stare attenti tra il codice penale e i casi di istigazione al suicidio come nel caso della signora Alessandra dove emerge una situazione di fragilità e non si capisce esattamente cosa sia avvenuto. L’istigazione al suicidio è una delle cose peggiori che si possano immaginare soprattutto se, come si sospetta, ci possono essere anche degli interessi da parte di talune pseudo strutture sanitarie”.

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