La difesa di Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida, tutti e tre imputati nel processo per reato elettorale, che vede coinvolti anche l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e il figlio Toti, ha avanzato la richiesta di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni telefoniche agli atti del dibattimento.
Nell’eccezione dei difensori si contesta che erano state disposte per reati di mafia poi archiviati e quindi non utilizzabili per il semplice reato di voto di scambio non mafioso. La scorsa udienza era stata caratterizzata dalla richiesta di condanna del Pg Angelo Busacca: a un anno e due mesi ciascuno per l’ex governatore e il figlio, e a otto mesi per gli altri tre imputati. Il procedimento e’ pendente dopo il ricorso della procura contro la sentenza di assoluzione con la formula “perche’ il fatto non sussiste” emessa Tribunale monocratico, presieduto da Laura Benanti. Secondo l’accusa, i Lombardo avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti eletto con 9.633 preferenze nella lista del Mpa alle Regionali dell’ottobre del 2012. A dare il via all’inchiesta erano state dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Il posto di lavoro sarebbe stato promesso a Privitera e Marino in favore dello stesso Marino e di Giuffrida, quest’ultimo in seguito effettivamente assunto. La Squadra mobile di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ha ascoltato in particolare Privitera. A lui, secondo l’accusa, Toti Lombardo, al telefono, e Raffaele Lombardo, di persona, avrebbero assicurato due assunzioni in un’impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti. L’udienza e’ stata aggiornata al 10 aprile con l’arringa degli avvocati difensori di Raffaele e Toti Lombardo.