Il sindaco è tornato. Dopo tre mesi di domiciliari, i peggiori della sua vita, Graziano Calanna è tornato al Comune di Bronte.
Ad attenderlo erano in tanti, stamattina. Fuori e dentro il Comune, tutti i dipendenti hanno atteso il suo arrivo, annunciato ieri in maniera ufficiosa. Calanna è arrivato in auto, si è fermato davanti al piazzale del municipio dove è partito il primo di una serie di lunghi applausi. Indossava un paio di occhiali da sole, giusto espediente per celare la commozione provata nel rivedere e riabbracciare decine di impiegati con i quali ha sempre avuto un buon rapporto.
Ad accoglierlo davanti all’ingresso del Comune è stato il Segretario generale Bartorilla. Nei corridoi decine di dipendenti in fila ordinata hanno atteso il proprio turno per dare il ‘bentornato’ al proprio sindaco e riabbracciarlo.
Nell’aula consiliare, Calanna è tornato ad indossare, visibilmente emozionato, la fascia tricolore del sindaco.
“Sono molto emozionato e credo sia anche normale dopo avere accumulato tanta tensione, – ha affermato Calanna, davanti a centinaia di dipendenti – nella vita accadono delle cose alle quali non pensavi. Quando mi sono candidato avevo messo in conto qualche avviso di garanzia. Sinceramente non avevo mai pensato di essere arrestato. Pensavo e continuo a pensare che chi non ha rapporti con la mafia, chi non ruba, non può mai essere arrestato. Da uomo delle istituzioni e da uomo di legge non potevo non avere fiducia nella giustizia. Tutto ciò è difficile perché ci sono dei momenti in cui pare che nessuno voglia ascoltare quello che tu hai da dire.
Non mi sono dimesso perché non pensavo di fare il bene del paese dimettendomi. Di questa scelta oggi sono felice. L’unica mia voglia è quella di continuare ciò che avevo iniziato. Dopo 3 mesi e mezzo di riposo ho tanta energia e tanta voglia di fare”.
Calanna ha ringraziato gli assessori della sua giunta e tutta macchina burocratica del Comune per il lavoro svolto durante il periodo di assenza forzata.
Calanna è stato arrestato e posto ai domiciliari il 30 novembre scorso nell’ambito dell’inchiesta ‘Aetna’ che coinvolge anche l’imprenditore Russo Morosoli.
Il primo cittadino brontese è chiamato in causa nel corso di una intercettazione tra l’ex presidente del Parco dell’Etna, Concetto Bellia, e Sebastiano Musmeci (professionista incaricato dalla Idra Rinnovabili srl).
Bellia e Musmeci compaiono in questa vicenda come intermediari di un affare che vede interessato Stefano Urbani, amministratore della società Etra srl di Portogruaro (VE) e il Comune di Bronte. Alla Città del Pistacchio, la società ha presentato una proposta di ‘project financing’ che riguarda la manutenzione straordinaria del sistema idropotabile e la riconversione dell’energia, mediante l’installazione di mini-centrali idroelettriche lungo le condotte idriche del Comune di Bronte. Stando alle risultanze dei magistrati che hanno ordinato il suo arresto, Graziano Calanna ha sollecitato l’imprenditore Urbani a offrirgli come corrispettivo per l’approvazione del progetto l’inserimento di un’ costo aggiuntivo (sotto forma di una consulenza di 20 mila euro in favore di un soggetto vicino al Calanna), impegnando così il Comune di Bronte per un progetto più oneroso. La sua sollecitazione non venne poi accettata.
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