Torna in libertà il sindaco di Bronte, Graziano Calanna. La Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata nonché quella emessa dal Gip del Tribunale il 26 novembre scorso e ha ordinato “l’immediata liberazione di Calanna Graziano”.
L’udienza davanti alla sesta sezione della Suprema Corte si è tenuta ieri.
Nella mattinata di oggi è stata resa nota la decisione. Calanna è difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Maria Mirenda.
Graziano Calanna, 47 anni, è stato arrestato il 30 novembre scorso dagli uomini della Guardia di Finanza nell’ambito di una indagine coordinata dal pool di magistrati della Procura di Catania che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione.
È l’inchiesta ‘Aetna’ che ha portato ai domiciliari anche l’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli. Subito dopo l’arresto, il Prefetto di Catania ha sospeso il sindaco dalle sue funzioni. In questi mesi la gestione dell’amministrazione è stata nelle mani del vice sindaco, ing. Gaetano Messina. Calanna è accusato di istigazione alla corruzione, in relazione alla richiesta di utilità corruttive indebite per procedere all’affidamento ad un’impresa privata della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale di Bronte.
Una intercettazione tra due persone coinvolte nell’inchiesta, Musmeci e Bellia, chiama in causa il primo cittadino brontese quale “istigatore” di un atto di corruzione. Il sindaco di Bronte, secondo quanto ipotizzano i magistrati, ha chiesto ad un’azienda interessata all’affidamento della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale di Bronte di prevedere nel piano dei pagamenti di spesa da far approvare al Comune un aumento del valore di 20.000 euro del costo del collaudo, al fine di ottenere illecitamente per sé la predetta somma.
Disegno criminoso che non si è mai concretizzato in una dazione di utilità corruttiva in quanto l’imprenditore contattato non ha dato seguito alla richiesta indebita. Interrogato dai magistrati, Calanna ha negato di aver chiesto utilità illecite per sé o per i propri amici e ha spiegato che nel particolare caso di finanza di progetto, la ipotizzata condotta di istigazione alla corruzione sarebbe stata del tutto impraticabile”.
La lunga detenzione domiciliare è stata al centro di aspre polemiche: il Movimento 5 Stelle, con una mozione di sfiducia presentata dalla consigliera Valeria Franco, ha chiesto al sindaco di farsi da parte. L’appello a firmare la mozione è stato, però, raccolto solo da pochi consiglieri. L’opposizione di Calanna in Consiglio, in un documento dell’otto febbraio scorso ha chiesto di ‘voltare pagina’ attraverso una ‘decisione responsabile’.
Un invito a Calanna di rimettere il mandato. Ora, però, Calanna è tornato in libertà.