Termini Imerese, niente auto all’ex Fiat ma solo un modellino Ferrari per il figlio del capo

Un grande e tragico gioco per gli amministratori di Blutec, arrestati ieri. Uno di loro, come scrive l’ordinanza aveva detto chiaramente che non si sognava minimamente di spendere tutti i soldi ricevuti dallo Stato – e fatti sparire – per il rilancio del polo automobilistico di Termini Imerese. Non si producevano auto nell’ex stabilimento Fiat dove oggi e’ proseguita la mobilitazione degli operai, ma raccontano come “l’ex presidente Roberto Ginatta, in occasione del compleanno del figlio, abbia fatto realizzare alle tute blu un modellino della Ferrari” per regalarla al rampollo. Ginatta a l’Ad Cosimo Di Cursi sono accusati di avere distratto 16 milioni di euro. L’episodio e’ riferito dal leader della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone: “E’ la dimostrazione di come la Blutec non abbia mai fatto sul serio – tuona – e di come continuassero a giocare e a prendere in giro tutti sulla pelle dei lavoratori. Continueremo la nostra protesta fino a quando non forniranno una prospettiva concreta”.
C’e’ tensione tra i lavoratori che parlano di “una presa in giro che si e’ consumata ai danni di questo territorio”. Ora tutti “devono prendersi carico di questa situazione – aggiungono – dal governo alla Fca”. Dopo il presidio ai cancelli, hanno fatto ingresso nello stabilimento, da ieri sotto sequestro come gli altri impianti in Italia della Blutec, e hanno tenuto un’assemblea nei locali messi a disposizioni. “Nessuna forzatura dei cancelli”, dice Vincenzo Comella della Uilm, “siamo entrati con calma per riunirci e decidere il da farsi”. Nel pomeriggio alle 17 tutti in municipio per un incontro con i sindaci del comprensorio per stabilire le strategie di lotta. Tra le ipotesi una doppia protesta oltre lo stretto: un sit-in a Roma, in occasione del richiesto tavolo ministeriale; e un altro a Torino per sollecitare la Fca. L’ex Fiat per 40 anni, sino alla fine del 2011, ha prodotto auto nella fabbrica palermitana: “Era presente anche – ricorda Comella – al tavolo che diede il via al progetto Blutec. Occorre un suo coinvolgimento diretto. Basta con piani e acquirenti improbabili”. La Cgil Palermo chiede che i lavoratori siano tutelati.
“Chiediamo – dice il segretario confederale Calogero Guzzetta – che la tutela non si esaurisca soltanto con la protezione degli ammortizzatori sciali, ma che vi sia la salvaguardia vera dei livelli occupazionali e che si ripensi all’aera termitana come a una zona di complessita’ strategica, di cui ha bisogno non solo la Sicilia, ma il Paese intero, per la sua crescita complessiva”. La “fuga del Lingotto”, per la Cgil, rappresenta “l’ennesima beffa in un territorio gia’ desertificato. Basti pensare che delle 86 fabbriche che insistevano su quest’area industriale, di cui la principale era la Fiat, ben poche sono rimaste aperte. Metteremo in campo nei prossimi mesi una nuova iniziativa sulle aree industriali, con al centro l’area di Termini, con proposte sul manifatturiero sulle quali ci confronteremo con il territorio, con il mondo delle imprese, con l’ associazionismo e le istituzioni”.

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