Cibo avariato ed estorsioni a migranti. Associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di delitti contro la pubblica amministrazione, frode nelle pubbliche forniture, estorsione e maltrattamenti. Sono questi i reati di cui dovranno rispondere i componenti di un organizzazione che gestiva diverse cooperative e associazioni attive nell’opera socio-assistenziale di minori extracomunitari non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani. Tutto, allo scopo di accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che, poi, venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali. I magistrati lo hanno definito “Sistema Biondi” dal nome del rappresentante che gestiva tutti gli affari.
Il Gip presso il Tribunale di Catania ha disposto il giudizio immediato per undici persone: Pietro Marino Biondi, Gemma Iapichello, Chylewska Hatarzyna Eugenia, Favatella Clara, Foti Giuseppina, Giannone Alessandro, Iapichello Gemma, Palumbo Giuseppe Maria, Pasqualino Liliana Giuseppina, Politi Francesca Provvidenza, Ventimiglia Francesca.
Udienza fissata per l’8 maggio prossimo, davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Catania.
La prefettura di Catania e il Codacons, tra le parti offese nel processo. Le condotte illegali consistevano, secondo l’accusa, nell’eludere metodicamente l’osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con vari enti della pubblica amministrazione, condotte che si concretizzavano poi, nel somministrare ai minori cibo di scarto, avariato, scarso di qualita’ e quantita’, non garantendo loro condizioni igienico sanitarie adeguate e non fornendo la dovuta assistenza tramite personale qualificato. Le associazioni e cooperative pero’ percepivano egualmente i 35 euro giornalieri per gli adulti e 45 euro per i minori. Ma venivano spesi, in base a quanto scaturisce dalle indagini, soltanto pochi euro al giorno per provvedere ai pasti e all’assistenza normale, utilizzando materiale di scarto come vecchi materassi raccolti dalla spazzatura e infestati dalle pulci, che costringeva gli assistiti a dormire sul pavimento per mesi pur di non essere punti. E ancora, e’ stato accertato due degli indagati avessero tentato di estorcere 400 euro da un giovane migrante loro ospite, in cambio di un contratto di lavoro presso le cooperative da loro gestite, contratto che avrebbe consentito al giovane di ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, la possibilita’ di rimanere in Italia evitando, di fatto, la sicura espulsione dal territorio Italiano. “Neo schiavismo, un enorme business sulle sofferenze altrui, sciacallaggio sulla pelle dei piu’ deboli”, commenta il Codacons, “il volto oscuro dell’accoglienza”.