Teatro: addio al grande attore Pino Caruso, Siciliano d’Italia

Lutto nel mondo dello spettacolo: è morto l’attore palermitano Pino Caruso, aveva 84 anni. “Palermo perde un concittadino straordinario, un uomo, un artista che ha contribuito alla rinascita della citta’, con la sua cultura, la sua ironia, la sua sagacia”, afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Proprio negli anni della rinascita, dopo le terribili stragi del ’92, contribuì con la sua forza e le sue idee a dare speranza ai palermitani e alla città: sue furono grandi intuizioni che sono rimaste nella tradizione culturale della città, come quella di un Festino che divenisse anche momento di spettacolo e gioia, oltre che di riflessione e fede”.
Palermitano doc, rappresentante di una comicità mai volgare e trascinante, Pino Caruso portò al cinema e in tv la sua sicilianità che caratterizzò un’epoca insieme a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e a Lando Buzzanca. A metà degli anni Sessanta approdò al Bagaglino di Roma, diventando poi, negli anni Settanta, un volto della televisione: nel 1979 al fianco di Ornella Vanoni con ‘Due di noi’ poi nell’81 con Milva in ‘Palcoscenico’, storica trasmissione di Antonello Falqui e nel 1982 dopo il mattatore di “Che si beve stasera?” su Rai 2. Nato a Palermo il 12 ottobre 1934, ha debuttato nel mondo dello spettacolo al Piccolo Teatro di Palermo il 16 marzo 1957 con un breve ruolo in ‘Il giuoco delle parti’ di Luigi Pirandello. Un anno dopo, per il Teatro Massimo di Palermo, interpreta un ruolo recitante ne ‘Il flauto magico’ di Wolfgang Amadeus Mozart. Nel 1963 è scritturato dal Teatro Stabile di Catania. Nel 1965 si trasferisce a Roma e passa al cabaret, al Bagaglino. Il debutto in Rai avviene nel 1968 quando viene scritturato per la trasmissione di varietà ‘Che domenica amici’. Poi una slunga serie di partecipazioni in trasmissioni di culto in cui Pino Caruso recita in siciliano ed è tra i primi a legittimare la lingua isolana nella televisione italiana. Negli anni ’70 e ’80 tante partecipazioni a trasmissioni Rai di culto e ancora impegno in teatro. Dal 1995 al 1997, su nomina del sindaco Leoluca Orlando, Caruso progetta e dirige Palermo di scena, manifestazione d’arte e spettacoli. In tale occasione rinnova il tradizionale Festino, che da’ il via alle edizioni kolossal della festa di Santa Rosalia, e delle prime due edizioni di Palermo di scena, autentico festival dell’estate che rilancia la città dopo la stagione del piombo mafioso portando negli spazi più belli personaggi del calibro di Sakamoto, Carmelo Bene, Dario Fo e molti altri. Nel 2001, il commissario straordinario Ettore Serio richiama Caruso a ripeterne l’esperienza.
A partire dal 2002 è tra i protagonisti della fiction ‘Carabinieri’ Canale 5 per due stagioni, interpretando il maresciallo Giuseppe Capello, uscendo di scena andando poi in pensione. Nel 2003 è protagonista del ‘Tutto per bene’ di Luigi Pirandello e nel 2004 de Le Vespe di Aristofane, al Teatro Greco di Siracusa. Interpreta inoltre il mafioso nel film tv ‘L’onore e il rispetto’ di Salvatore Samperi; il prete nel film ‘La matassa’ di Ficarra e Picone e Giambattista Avellino. Nel 2009 interpreta il monologo ‘La voce dei vinti’ e, per il Teatro Stabile di Palermo, con la coproduzione del Teatro Stabile di Catania, interpreta, curandone anche la regia, il monologo spettacolo ‘Mi chiamo Antonio Calderone’, di Dacia Maraini, tratto dal libro di Pino Arlacchi ‘Gli uomini del disonore’. Nel 2010 Pino Caruso è il protagonista de ‘Il berretto a sonagli’ (regia G. Dipasquale) ottenendo grande successo di pubblico e di critica. Grande uomo di teatro, popolarissimo per le sue incursioni televisive, Caruso ha lavorato molto anche nel cinema dove, oltre ad aver diretto un film nel 1976 (‘Sedotto e violentato, episodio di Ride bene… chi ride ultimo’), ha recitato in film importanti come ‘Malizia’ di Salvatore Samperi (1973), ‘La donna della domenica’ di Luigi Comencini (1975), ‘Dimmi che fai tutto per me’ di Pasquale Festa Campanile (1976), ‘Il… Belpaese’ di Luciano Salce (1977), ‘Il ficcanaso’ di Bruno Corbucci (1981), ‘Scugnizzi’ di Nanni Loy (1989), ‘Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio’ di Cipri’ e Maresco (2004), ‘La matassa’ di Ficarra e Picone e Giambattista Avellino (2009) e ‘Abbraccialo per me’ di Vittorio Sindoni (2016).

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