Catania, Sanità corrotta: nell’operazione GdF ‘Calepino” ai domiciliari primario Morgia (VIDEO)

E’ il professore Giuseppe Morgia il primario di urologia dell’ospedale Policlinico posto agli arresti domiciliari dal Gip di Catania nell’ambito dell’inchiesta della Procura etnea su un appalto per la sanità pubblica da 55,4 milioni di euro. Il provvedimento restrittivo gli è stato notificato dalla guardia di finanza che ha eseguito le indagini.
Il prof. Morgia in passato ha ricoperto gli incarichi di direttore della clinica Urologica delle università di Sassari, dal 1 novembre 2001 al 30 novembre 2006, e di Messina, dal 1 dicembre 2006 al 31 ottobre 2009. Dal 1 novembre del 2009 è direttore della clinica Urologica dell’università di Catania, al Policlinico.
Nel complesso sono 6 le misure cautelari eseguite nei confronti di altrettante persone (2 agli arresti domiciliari e 4 destinatarie della sospensione dell’esercizio del pubblico servizio di medico ospedaliero e dell’attività di agenti di commercio per 12 mesi) indagate per turbata libertà degli incanti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, concussione e riciclaggio.
L’investigazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania (Gruppo Tutela Finanza Pubblica) e coordinata da questa Procura Distrettuale, convenzionalmente nota come “Calepino” (file/manoscritto sul quale erano annotate le spese personali del medico corrotto finanziate dalle aziende private coinvolte), ha disvelato l’esistenza di un rodato circuito corruttivo nell’espletamento di una gara di primaria rilevanza nel settore della sanità pubblica, alimentato da dirigenti medici e rappresentanti/agenti commerciali di note società farmaceutiche. 
Principale oggetto dell’indagine è stata la gara n.7099821 del 17 luglio 2018 bandita dal Policlinico Universitario Vittorio Emanuele di Catania avente quale oggetto “l’approvvigionamento triennale, con opzione di rinnovo semestrale, di dispositivi medici per urologia occorrenti alle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie del Bacino della Sicilia Orientale, suddivisa in 209 lotti per complessivi € 55.430.178,00”. La citata azienda ospedaliera etnea era stata individuata quale capofila per l’espletamento di una procedura per assicurare l’acquisto di dispositivi da assegnare alle unità operative urologiche presenti in diversi nosocomi di Messina, Siracusa, Ragusa, Enna e Catania.
Artefici principali della gara pubblica falsata, nonché destinatari della misura degli arresti domiciliari, sono, assieme al prof. Giuseppe Morgia, Massimiliano TIRRI, 51 anni, agente e responsabile commerciale della “C.BUA S.R.L.”, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti medicali ed ortopedici, con sede legale a Bagheria (PA), rivenditore esclusivo in Sicilia, tra gli altri, dei prodotti della “KARL STORZ ENDOSCOPIA ITALIA S.R.L.” e della “ERBE ITALIA S.R.L.”. 
Inoltre, i seguenti soggetti sono destinatari della sospensione dell’esercizio del pubblico servizio di medico ospedaliero e dell’attività di agenti di commercio per 12 mesi:
– Tommaso Massimo CASTELLI, 40 anni, dirigente medico dell’equipe del Prof. MORGIA;
– Antonino DI MARCO, 57 anni, rappresentante di prodotti sanitari operante nella provincia di Catania anche su commessa della “C.BUA S.R.L.”;
– Maurizio Francesco LA GATTOLA, 58 anni, agente di prodotti sanitari e medicali, addetto alla vendita di prodotti della “BOSTON SCIENTIFIC S.P.A.” (avente sede a Milano ed esercente il commercio all’ingrosso di articoli medicali);
– Domenico TRAMONTANA, 56 anni, agente di prodotti farmaceutici e di erboristeria, district manager della “OMEGA PHARMA S.R.L.”, avente sede legale a Cantù (CO), esercente l’attività di commercio all’ingrosso di articoli medicali. 
Le meticolose e celeri investigazioni condotte dalla Guardia di Finanza di Catania, avviate nel settembre dell’anno scorso, hanno evidenziato che il Prof. Morgia, pur non avendo alcun incarico formale, gestiva di fatto la gara in questione, determinando le decisioni della commissione tecnica chiamata a formulare il suo parere su capitolati già preventivamente confezionati “su misura” affinché 
l’assegnazione dei lotti più significativi avvenisse a favore delle società commerciali disposte ad assecondare le richieste di utilità avanzate dallo stesso Morgia. L’appalto, dunque, già nella delicata fase iniziale della predisposizione del disciplinare di gara e del capitolato tecnico veniva viziato dal Prof. Morgia, il quale ricevuti, da un lato, i fabbisogni delle altre Aziende Sanitarie, Ospedaliere ed Universitarie del Bacino della Sicilia Orientale e, dall’altro, le caratteristiche tecniche dei prodotti forniti dalle imprese private da avvantaggiare, si occupava personalmente della redazione dei documenti di gara e della composizione dei lotti, influendo in maniera decisiva nella scelta dei dispositivi medici da acquistare così impedendo che l’appalto potesse, nei fatti, svolgersi liberamente e vanificando, già a monte, ogni possibile concorrenza tra le imprese aspiranti.
L’opera illecita di Morgia si concretizzava nel creare per i lotti d’interesse dei veri e propri “filtri all’entrata” consistenti nell’inserire accanto a un prodotto principale da acquistare la fornitura anche di materiali non strettamente collegati al macchinario principale e commercializzati in Sicilia dalla sola azienda palermitana “C. BUA S.R.L.”. In più frangenti, Morgia si vantava con i suoi interlocutori (sia colleghi medici anche partecipanti alla commissione di gara che agenti delle società che commercializzano i prodotti da appaltare) di poter controllare la gara senza che fosse stata necessaria una sua nomina tra coloro che sarebbero stati chiamati ad apprezzare la conformità tecnica dei dispositivi da appaltare. Il direttore dell’Unità Operativa di Urologia del Policlinico “Vittorio Emanuele” di Catania poteva altresì avvalersi della presenza in commissione di un dirigente medico della sua stessa equipe, Tommaso Massimo Castelli, 40 anni, raggiunto dalla misura interdittiva della sospensione.
Da un preliminare esame documentale, gli specialisti della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo PEF di Catania hanno appurato che in 9 lotti di gara (del valore complessivo di circa 8 milioni di euro) la “C.BUA S.R.L.” aveva presentato un’offerta senza concorrenti; la stessa società, in ulteriori 14 lotti (per un importo complessivo inferiore ai 3 milioni di euro), formulava un’offerta in concorrenza con altre aziende.
Nella fase successiva al bando di gara, durante la predisposizione del capitolato tecnico, Morgia “mercanteggiava” spavaldamente la sua funzione asservendo la sua discrezionalità scientifica a favore delle società private disponibili ad erogare al medico contributi e finanziamenti a qualsiasi tipologia di eventi, professionali e non.
Nel dettaglio, il Prof. Morgia non esitava a rivelare al citato Tirri e ad Antonino Di Marco, 57 anni, rappresentante di prodotti sanitari operante nella provincia di Catania anche su commessa della “C.BUA S.R.L.”, notizie circa le rimostranze avanzate dalle aziende concorrenti al fine di concordare con i predetti gli “aggiustamenti” del capitolato tecnico e la composizione dei lotti di gara utili anche a “sterilizzare” eventuali ricorsi amministrativi delle società soccombenti. I citati Tirri e Di Marco ricorrevano a stratagemmi anche eclatanti pur di non perdere i lotti d’interesse: a fronte dell’osservazione che in gara erano stati inseriti anche strumentari medici forniti dalla “C.BUA S.R.L.” (ossia prodotti utilizzabili più volte) nonostante il bando prevedesse solo dispositivi monouso, concordavano di alterare il codice di classificazione del prodotto cosicché lo stesso richiamasse fittiziamente solo i beni che potevano entrare in gara. I due agenti della “C.BUA S.R.L.” non esitavano a colludere con il Prof. Morgia con il quale concordavano il pagamento dell’iscrizione per un convegno medico che si sarebbe tenuto a Barcellona (Spagna) nonché dei relativi voli e soggiorno in hotel di lusso a favore anche di un collaboratore di Morgia.
Altra impresa avvantaggiata dall’opera criminale di Morgia è la “BOSTON SCIENTIFIC S.P.A.” che ha partecipato alla gara di Bacino con una propria offerta in 25 lotti, attraverso l’intermediazione di Maurizio Francesco La Gattola, 58 anni, agente di materiale sanitario e medicale, addetto alla vendita di prodotti della BOSTON. In spregio a qualsiasi codice etico oltreché normativo, Morgia e La Gattola tenevano frequenti incontri presso l’azienda ospedaliera dove, a fronte della manifestata disponibilità di Morgia al “confezionamento” dei lotti, La Gattola s’impegnava a sostenere finanziariamente la partecipazione del dirigente medico al più importante convegno mondiale di urologia che si sarebbe tenuto a Boston (USA) nel corrente anno. In più, i due pianificavano, secondo modalità di gara da stabilire successivamente, l’acquisizione da parte del Policlinico etneo Vittorio Emanuele, ove Morgia prestava il suo servizio, di alcuni strumentari della “BOSTON SCIENTIFIC” a fronte dei quali La Gattola assicurava al Professore la fornitura gratuita di un videocistoscopio portatile (tubo flessibile per endoscopia).
Ulteriore grave episodio corruttivo ricostruito dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria è quello che vede quale controparte di Morgia, Domenico Tramontana, 56 anni, district manager della “OMEGA PHARMA S.R.L.”, avente sede legale a Cantù (CO). La società è iscritta nel registro degli indagati (per responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. n.231/2001) unitamente alla “C. BUA S.R.L.” in quanto beneficiarie degli accordi corruttivi stretti da loro dipendenti. Nello specifico, a fronte dell’incremento da parte del Morgia della prescrizione ai propri pazienti di 4 integratori prodotti dalla “OMEGA PHARMA S.R.L.”, Tramontana effettuava bonifici per 10 mila euro, promettendo ulteriori 12 mila euro, a favore di un’agenzia di viaggi di Catania la quale metteva a disposizione di MORGIA i fondi in questione per l’effettuazione di viaggi del medico e dei suoi familiari.
L’intermediazione dell’agenzia di viaggi – i cui amministratori sono indagati per riciclaggio – risultava fondamentale per dare una parvenza di legittimità alla corresponsione di somme formalmente destinate a viaggi per corsi di formazione professionale. In realtà, attraverso una contabilità parallela a quella ufficiale, gli amministratori dell’agenzia di viaggi tenevano memoria degli accrediti giunti a favore di Morgia, il quale poi poteva utilizzarli secondo le proprie private necessità. A chiudere il cerchio corruttivo vi era la puntuale emissione di fatture da parte dell’agenzia di viaggi a favore della “OMEGA PHARMA S.R.L.” che poteva così portare anche in bilancio, tra i costi, il “prezzo” della corruzione.
Nel corso delle indagini, i Finanzieri del Nucleo hanno avuto modo di accertare ulteriori episodi di tentata corruzione non collegati alla monitorata gara di Bacino, ma emblematici della personalità del Prof. Morgia; quest’ultimo, infatti, innanzi alla proposta operata da informatori scientifici (in corso di identificazione) di facilitare la diffusione di prodotti farmaceutici, chiedeva agli stessi la disponibilità all’erogazione di utilità secondo il rodato schema corruttivo illustrato in precedenza.
E’ stato altresì rilevato una concussione nei confronti di una società affidataria della fornitura al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania di materiale di consumo per l’apparecchiatura “Robot Da Vinci” (trattasi di strumento che “amplifica” le mani del chirurgo in urologia favorendo interventi di precisione). In particolare, innanzi al rifiuto dei responsabili dell’azienda di finanziare con la somma di 1.200 euro una cena a scopo benefico sostenuta da una ONLUS, “Europa Uomo Italia”, della quale Morgia presiede il comitato scientifico, quest’ultimo si attivava prontamente per bloccare gli ordini dei materiale di consumo del citato “Robot” così da determinare, a danno della società commerciale concussa, un’immediata riduzione degli introiti.
L’attività investigativa descritta, dunque, ha fatto luce su una delle più consistenti gare d’appalto bandite in ambito sanitario a livello nazionale interrompendo un rodato percorso corruttivo che escludeva dalla competizione pubblica società in grado di offrire prodotti con le medesime caratteristiche tecniche a prezzi anche inferiori, con conseguente danno economico per la spesa sanitaria regionale, atteso che l’acquisto dei materiali appaltati sarebbe stato finanziato con i fondi di bilancio delle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie che compongono il bacino della Sicilia orientale.

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