I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania hanno operato il sequestro dell’intera area, estesa circa sei ettari, della cava di materiale basalto-lavico della società “Etna Lavica” sita in località Casellaccia del comune di Nicolosi.
Le indagini effettuate hanno evidenziato che, a far data dagli ultimi 20 anni, tutte le attività estrattive eseguite in quell’area sono state condotte abusivamente in quanto in totale assenza di autorizzazione ed in zona sottoposta a speciale vincolo paesaggistico e naturalistico del “Parco dell’Etna” . I Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale – Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E.) di Catania -, nella prosecuzione delle indagini avviate a seguito di un primo sequestro operato d’iniziativa in località Casellaccia del Comune di Nicolosi, dove il 24 gennaio scorso era stato bloccato un operaio di una ditta del luogo che, a mezzo di un escavatore, stava effettuando attività estrattive di materiale basaltico lavico in area non autorizzata, hanno accertato che a far data dal 1998 nessuna autorizzazione valida era posseduta dalla Società titolare sull’area in esame.
Gran parte della stessa, infatti, è risultata non essere mai stata autorizzata per esecuzione di attività estrattive.
Le risultanze di tali accertamenti sono state rappresentate alla Procura della Repubblica di Catania, la quale ha disposto che il N.O.E Carabinieri di Catania procedesse ad eseguire, con urgenza, il sequestro preventivo totale di tutta l’area sottoposta ad attività estrattive abusive di pertinenza della Società.
Si tratta di un’area di amplissima estensione, pari a circa sei ettari, probabilmente l’area di maggiore estensione fin qui sequestrata, dove sono stati rilevati piani di cava che si sviluppano per centinaia di metri, con fronti in alcuni punti alti anche 15/20 metri.
Difficile quindi, al momento, una qualunque quantificazione del materiale estratto abusivamente, ritenuto comunque nell’ordine di centinaia di migliaia di metri cubi di roccia lavica risultata essere stata avviata a lavorazione, frantumata e commercializzata.
Diverse sono, allo stato, le contestazioni penali mosse al titolare, G.A. di anni 59, che è indagato per aver avviato dei lavori di estrazione di materiale basalto lavico su un’area posta all’interno del perimetro del Parco Naturale dell’Etna in assenza della prescritta autorizzazione, di competenza del Distretto Minerario, oltre che della violazione dell’art. 734 del codice penale per aver causato il deturpamento dei luoghi sottoposti a speciale tutela di tipo paesaggistico, con altre ritenute responsabilità di carattere penale ed amministrativo in tema di violazione delle norme di sicurezza per i lavoratori e di omessa comunicazione agli enti competenti di inizio e conduzione delle attività.
Con l’attuale sequestro salgono a sette nel corso dell’ultimo anno, le aziende presenti nel territorio dei Comuni di Mascali, Milo e Nicolosi e Belpasso sottoposte a mirate ispezioni da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, ispezioni che hanno consentito il sequestro complessivo, ad oggi, di dieci cave abusive, diversi impianti di frantumazione e di produzione di calcestruzzi trovati privi delle necessarie autorizzazioni per le emissioni in atmosfera e di molti mezzi di cava (escavatori, camion, pale meccaniche) trovati ad operare illecitamente sui luoghi.