Biancavilla, i fratelli Merlo e i “picciriddi” (le armi) da custodire: le intercettazioni sull’ex sindaco

Sono state le intercettazioni ambientali effettuate durante i colloqui in carcere a dare ai magistrati la prova che l’ex sindaco di Biancavilla Marcello Merlo, arrestato nell’operazione ‘Città blindata’ dei giorni scorsi, avesse un ruolo ben preciso nell’organizzazione. A Marcello Merlo i magistrati contestano l’appartenenza all’associazione mafiosa dall’ottobre del 2016 a maggio del 2017.
Tutte le volte che Marcello Merlo va a trovare in carcere il fratello Massimo – detenuto dal 28 novembre 2016 per l’omicidio dell’adranita Maurizio Maccarrone – i colloqui tra i due vengono registrati. “Dalle registrazioni – scrivono i magistrati – emergeva che Marcello Merlo non soltanto fungeva da messaggero di quest’ultimo, ma si occupava in prima persona di detenere le armi del gruppo e di gestire la contabilità relativa a taluni fatti illeciti”.
Il 31 dicembre 2016, nel corso di un colloquio, i due fratelli parlano di “picciriddi”. I magistrati ritengono che il linguaggio criptico utilizzato sia riferibile alle armi che il gruppo aveva ancora in giro e che Marcello Merlo doveva recuperare.
Massimo Merlo: Questa è un cosa che se è così, lui se la vende e mi porta mille euro. Se no, la lascia dov’è.
Marcello Merlo: Allora gli dico “u picciriddu tonnimmillu ca mi ‘ggiuva.
Massimo Merlo: Bravo…e poi ti devi fare raccontare come sia finita con gli altri due picciriddi, con gli altri due figli, quelli più grandi, ce ne era uno che era da Angelo…e nel garage ce ne era uno di picciriddu. Questo si deve prendere! U picciriddu da ma casa.
Marcello Merlo: Gli dico “il mio deve tornare da papà”.
Massimo Merlo: Sì ecco, quello della casa della mamma… deve tornare alla mamma.
Marcello Merlo: I due devono ritornare anche?
Massimo Merlo: No, quelli lui lo sa a chi glieli deve dare…se li ha lui…li ha lui…se li tiene lui e li nasconde lui.
Il 7 gennaio 2017 l’argomento dei “picciriddi” torna a far capolino nei colloqui dei due fratelli.
Marcello Merlo: I ‘picciriddi’ siamo andati per prenderli e non si poteva entrare.
Massimo Merlo: Va bene, niente.
Marcello Merlo: No, ma ora li andiamo a prendere, domani, dopo domani.
Massimo Merlo: …e quello mio lo devi tenere tu.
Marcello Merlo: Lo rimetto dov’era.
Massimo Merlo: Bravissimo, però non lo devi dire a nessuno che lo vai a mettere là, perché oggi domani qualche sbirro fa una chiamata…tu oppure io…e te lo scendi nel garage, il coso…il ‘climatizzatore’ hai capito? Tanto la mamma non potrà usare mai, ancora è inverno…ci metti un cellophane di sopra, della spazzatura, un sacco della spazzatura e lo posi dentro il garage e sei a posto fratello.
Il ruolo di Marcello Merlo, dopo l’arresto del fratello, viene desunto dagli investigatori anche dalle intercettazioni fatte durante i colloqui – il 24 febbraio del 2017 – tra Alfio Ambrogio Monforte e il figlio Andrea.
Monforte A. A.: Viene uno e gieli porti a lui ( i soldi ndr.).
Monforte A. A.: A suo fratello. Lo sai dove abita?
Monforte A.: ‘Nzo.
Monforte A.A.: Alla Fontana Vecchia (ndr. Quartiere di Biancavilla).
Monforte A.: Me la ripeti una cosa, per quello della Fontana Vecchia non l’ho capito.
Monforte A. A.: Ci abita suo fratello. Il fratello di Massimo. Ouh…come te lo devo dire…!
Il 13 aprile 2017 i fratelli Merlo parlano durante un colloquio dell’arresto di Alberto Gravagna. Parlando di quest’ultimo Marcello dice al fratello: “A questo lo hanno arrestato, nella speranza che non arrestino anche me”.

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